Una prospettiva fino a qualche tempo fa inimmaginabile in una vita, la mia, per troppo tempo ripiegata su di una triplice ferita: psichica, fisica e spirituale. Alle sofferenze della dipendenza da alcol e sostanze si associavano infatti ansia e depressione a fare da contorno all'inclinazione omosessuale, questa radicale ferita dell'identità. Solo nell'assunzione incondizionata della mia impotenza e del mio limite nei confronti di me stesso ho trovato il coraggio per affidarmi a Colui che con il suo amore mi trasforma per realizzarmi pienamente, un giorno alla volta. Offro questi anni di cammino per tutti coloro che ancora soffrono per la loro attrazione omosessuale e sono in cerca di risposte di Verità, li offro anche per tutti quei sacerdoti - ancora troppo pochi - che generosamente offrono un'autentica accoglienza - senza lasciarsi ingannare dalle ambiguità del mondo - con la parola e con l'esempio della loro vita, perché possano essere sempre più testimoni della Misericordia del Signore.
La Preghiera del
paradosso
o della
trasformazione:
Ti
prego, o Dio, trasforma:
le mie ferite in sorgente di grazia
la mia miseria in povertà
la mia solitudine in consolazione
la mia memoria in riconciliazione
la mia inquietudine in ricerca
la mia vergogna in umiltà
la mia repressione in Castità
il mio dolore in compassione
la mia disperazione in Fede
il mio disadattamento in Speranza
la mia pulsione di morte in autodonazione
le mie amarezze in sete di Giustizia
il mio senso d'inadeguatezza in Prudenza
la mia rabbia in zelo
il mio narcisismo in rispetto per il mio corpo
la mia autocommiserazione in accettazione
la mia insicurezza in affidamento
la mia alienazione in contemplazione
la mia ansia in sollecitudine
la mia depressione in pace
la mia precarietà in distacco dalle sicurezze illusorie
i miei attaccamenti in Amicizia
le mie paure in timor di Dio
la mia esaltazione in esultanza
le mie rinunce in offerta
Amen