Santa Caterina da Siena |
Sapete che siamo tutti debitori di Dio; perché, ciò che noi abbiamo, l'abbiamo
solo per grazia e per amore inestimabile. Non pregammo mai che ci creasse:
mosso dunque dal fuoco dell'amore; ci creò a sua immagine e somiglianza (Gn
1,26): ci creò in tanta dignità, che non è lingua che possa narrare, nè occhio
vedere, nè cuore pensare la dignità dell'uomo, quanto ella è. Questo è il
debito che noi abbiamo contratto con Dio, e questo debito vuole che gli sia reso:
cioè amore per amore. Cosa giusta e convenevole è che colui che si vede amare, anch'egli
riami.
Inoltre ci mostrò maggiore
amore che potesse mostrarci, dando la vita per noi. Dio, vedendo che l'uomo
aveva perduta la sua dignità per il peccato commesso, e si era obbligato al
demonio; venne la somma eterna Bontà, essendo innamorato della sua creatura, volle
restituirla a se e liberarla dall'obbligo, manda il Verbo del suo unigenito figlio,
condannato alla morte per rendere la vita della grazia all'uomo: lo manda per riscatto
dell'uomo a trarlo dal carcere del peccato e dalle mani dei demoni. O dolce e
amoroso figliuolo di Dio, inestimabile Verbo, carità dolcissima, tu sei manlevatore
e pagatore; tu hai stracciato la carta dell'obbligazione fra l'uomo e il
demonio(Col 2,14); che per il peccato s’era obbligato a lui: sì che stracciando
la carta del corpo tuo, scioglieste noi.
Oimè, signore mio! chi non si
consuma di fronte a tanto fuoco d'amore? Non si consumeranno coloro, che ogni giorno
tornano a fare un nuovo patto col demonio senza riguardo per te, Cristo Gesù
flagellato, satollato d'obbrobri, Dio ed uomo. Oimè, oimè! questi tali fanno del loro corpo una stalla,
tenendovi dentro gli animali bruti senza alcuna ragione.
Oimè, fratello carissimo, non
dormite più nella morte del peccato mortale. Io vi dico che la scure è già
posta alla radice dell'albero (Mt 3,10 Lc 3,9). Prendete la pala (Lc 3,17) del
timore santo di Dio, e sia usata dalla mano dell'amore. liberate il fradiciume
dall'anima e dal vostro corpo. Non siate crudeli con voi stessi, né manigoldi,
tagliandovi dal vostro capo, Cristo dolce e buono Gesù. Non più fradiciume, non
più immondizia! Ricorrete al vostro creatore; aprite l'occhio dell'anima
vostra, e vedete quanto è il fuoco della sua carità, che v'ha sostenuto e non
ha comandato alla terra che si aprisse (Nm 16,32 Nm 26,10 Dt 11,6), né agli
animali bruti, che vi divorassero. Vi ha anche donato la terra, i suoi frutti,
il sole, il caldo, la luce e il cielo, il movimento, affinché viviate; dandovi spazio di tempo, perché possiate
correggervi. Questo ha fatto solo per amore.
O ladro ignorante debitore, non
aspettate più tempo; fate sacrificio a
Cristo crocifisso della mente, dell'anima e del corpo vostro. Non dico, che
vi diate la morte più che voi vogliate questo per separazione di vita
corporale; ma morte negli appetiti sensitivi; che la volontà ci sia morta, e
viva la ragione, seguitando le vestigia di Cristo crocifisso. Allora renderete
il debito. Date a Dio quello che è di
Dio (Mt 22,21 Mc 12,17 Lc 20,25), e alla terra quello che è della terra. A
Dio si deve dare il cuore, e l'anima, e l'affetto con ogni sollecitudine, e non
negligenza. Tutte le vostre operazioni
debbono essere fondate in Dio. Alla terra che si vuol dare, cioè a questa
parte sensitiva? Quello che ella merita. Che merita colui che uccide? D'essere
morto. Cosi ci conviene uccidere questa volontà flagellando la carne nostra;
affliggerla, porgli il giogo de' santi comandamenti di Dio. Non vedete voi che
ella è mortale? Passa presto la sua giovinezza, come il fiore che è levato dal
suo principio. Non state più cosi, per l'amore di Cristo crocifisso! Ch'io vi
prometto che tanta abominazione e tanta iniquità (Lv 18,22) Dio non la sopporterà,
non correggendo la vostra vita; ne farà grandissima giustizia mandando il
giudizio sopra di voi.
Vi dico che non tanto Dio, ch'è
somma purità, ma i demoni non la possono sostenere: ché tutti gli altri peccati
stanno a vedere, eccetto questo peccato
contro natura. Or siete voi bestia, o animale bruto? Io vedo pure, che voi
avete forma d'uomo; ma è vero che di
quest'uomo è fatto stalla: dentro ci sono gli animali bruti de' peccati mortali.
Oimè! non più, per l'amore di Dio! Attendete, attendete alla salute vostra:
rispondete a Cristo, che vi chiama. Voi
sete fatto per esser tempio di Dio (1Co 3,16 2Co 6,16); cioè che dovete
ricevere Dio per Grazia, vivendo virtuosamente, partecipando al sangue
dell'Agnello; dove si lavano le nostre iniquità.
Oimè, oimè sventurata l'anima mia! Io non
so metter mano alle mie e vostre iniquità. Or come fu tanto crudele e spietata
l'anima vostra, e la vostra bestiale passione sensitiva, che voi oltre al
peccato contro natura...
Oimè! scoppino i cuori, si divida la terra,
si rivolgano tutte le pietre sopra di noi (Lc 23,30), i lupi ci
divorino; non sostengano tanta immondizia, e offesa fatta a Dio e all'anima
vostra. Fratello mio ci vien meno la lingua, e tutti è sentimenti. Ohimè! non
voglio più così. Ponete fine e termine alla miseria ch'io v'ho detto: e vi
ricordo che Dio non lo sosterrà, se voi non vi correggete. Ma bene vi dico che se voi vorrete correggere la vita vostra in questo
punto del tempo, che v'è rimasto, Iddio è tanto benigno e misericordioso, che
vi farà misericordia; benignamente vi riceverà nelle braccia sue, vi farà
partecipare il frutto del sangue dell'Agnello, sparto con tanto fuoco d'amore:
ché non è nessuno sì gran peccatore, che non trovi misericordia. Perché è
maggiore la misericordia di Dio, che le nostre iniquità, colà dove noi ci
vogliamo correggere, e vomitare il fradiciume del peccato con la santa confessione, con proponimento di scegliere piuttosto
la morte, che tornare al vomito (Pr
26,11 2P 2,22). A questo modo riavrete la dignità vostra
perduta per il peccato: e renderemo il debito che dobbiamo rendere a Dio.
Sappiate che se voi non lo rendeste, voi cadreste nella più scura prigione che
si possa immaginare. Sappiate che quando questo debito non si rende, della
confessione e dispiacimento del peccato, non bisogna che altri s'affatichi a
pigliarlo, perché esso medesimo colla compagnia dei demoni, che sono i suoi
signori a cui egli ha servito, se ne va nel profondo dell'inferno.
Fratello mio dolce in Cristo dolce Gesù,
non voglio che questa prigione né condanna venga sopra di voi; ma voglio, e vi
prego (e io vi voglio aiutare) da parte di Cristo crocifisso, che voi usciate
delle mani del diavolo. Pagate il debito
della santa confessione con dispiacimento dell'offesa di Dio, e proponimento di
non cader più in tanta miseria. Abbiate
memoria di Cristo crocifisso; spegnete il veleno della carne vostra colla
memoria della carne flagellata di Cristo crocifisso, Dio ed uomo. In quanto per
l'unione della natura divina colla natura umana è assurta a tanta dignità la
nostra carne, che ella è esaltata sopra tutti i cori degli angeli. Ben si
debbono vergognare gli stolti figliuoli di Adam, di darsi a tanta miseria, e
perdere la sua dignità. Ponetevi per obiettivo Cristo crocifisso,
nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, annegatevi nel sangue di Cristo
crocifisso. E non indugiate, né aspettate il tempo, perché il tempo non aspetta
voi. E se la vostra fragilità vi volesse infastidire, giudicate come
buon giudice. Salite sopra la sedia della coscienza vostra; non lasciate passare i movimenti che non
siano corretti da voi con una santa e dolce memoria di Dio. Invitatevi a
far resistenza, e non acconsentite al peccato per volontà, né attualmente
mandarlo ad effetto; ma dite: «porta
oggi, anima mia, questa poca pena; fa resistenza, e non consentire. Forse che
domani sarà terminata la vita tua. E se pure sarai vivo, farai quello che ti
farà fare Dio. Fa tu oggi questo». Vi dico che facendo così, l'anima vostra
e il corpo, che ora è fatto stalla, sarà fatto tempio (1Co 3,16; 2Co 6,16) dove Dio si diletterà abitando in voi per grazia. Poi, consumata
la vita vostra, riceverete l'eterna visione di Dio, dove è vita senza morte e
sazietà senza fastidio. Non vogliate perdere tanto bene per un piacere triste. Non
vi dico altro. Permanete nel santo e dolce amore di Dio.
Perdonate la mia
ignoranza. Vi ho forse gravato di parole, e detto quello che non vorremmo forse
udire. Abbiatemi per scusata; ché l'affetto e l'amore ch'io ho per la salute
della vostra anima me l'ha fatto fare. Ché se io non v'amassi, non me ne
impiccerei, né curerei perché io vi vedessi nelle mani del demonio: ma perché
io v'amo, non lo posso sostenere. Voglio che partecipiate il sangue del
Figliuolo di Dio. Gesù dolce, Gesù amore, Maria dolce.
Testo ridotto a miglior
lezione da Alberto Gonzaga © tutti i diritti riservati.
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