Idea dell'omosessualità |
"Letteralmente, omosessuale
significa “tendente sessualmente verso individui di uguale genere”, mentre il
termine omosessualità indica “un’adattamento
in età adulta caratterizzato dal comportamento sessuale fra membri adulti dello
stesso sesso”. Mi preme sottolineare l’aggettivo adulta, che è di estrema importanza. Gran parte della retorica
attuale non ammette il fatto che l’adolescenza è spesso accompagnata da una
fase di confusione o ansia transitoria circa l’identità sessuale. “Mettere sullo
stesso piano i fenomeni di omosessualità negli adolescenti e negli adulti
significa creare una confusione fra categorie disparate così inopportuna da
rendere praticamente impossibile un discorso sensato” (Barnhouse, Ruth T. 1977.
Homosexuality; A Symbolic Confusion. New
York: Seabury. 21-2).
È arrivato
allora il momento di fare chiarezza sul termine omosessuale. Anziché di “persona omosessuale”, è molto meglio parlare
di persona con attrazione per lo stesso
sesso. Non si tratta di una distinzione meramente accademica: con la prima definizione,
infatti, finiremmo implicitamente per considerare l'omosessualità la
caratteristica predominante nei soggetti in questione, mentre riferendoci a
uomini e donne con attrazione verso lo stesso sesso potremmo ragionare in un'ottica più ampia. Una persona, in fondo,
è più che un insieme di inclinazioni sessuali e i ragionamenti sull’attrazione
verso lo stesso sesso (che d’ora in avanti chiameremo ASS) si fanno più confusi
se pensiamo agli “omosessuali” come a un genere a parte di esseri umani. “La
persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, non può essere definita
in modo adeguato con un riduttivo riferimento solo al suo orientamento sessuale
… Qualsiasi persona ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per
grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica
sulla Cura Pastorale delle Persone Omosessuali, 1986, n. 16).
Eviterò pertanto i termini gay e lesbica, che fanno dell’ ASS il tratto principale di una persona.
Detti termini appartengono a un’ideologia o un movimento socio-politico.
Personalmente, ho deciso di evitare anche l’uso del termine “persona
omosessuale”: anche in questo modo, infatti, si affibbierebbe al soggetto
un'etichetta solo in base ad una tendenza sub-razionale.
L’ASS si
riconosce subito da TRE SEGNI: (1) una tendenza erotica persistente verso individui
dello stesso sesso [una temporanea attrazione è
possibile, ma l’ASS e il termine omosessuale
si riferiscono di solito ad un’attrazione duratura]; (2) un’indifferenza verso le
persone dell’altro sesso quanto ad attrazione fisica [talvolta l’indifferenza si estende
alla sfera psicologica]; (3) un disgusto per le relazioni
con soggetti di sesso opposto.
La prima caratteristica è riscontrabile in tutte
le persone con ASS, mentre la seconda e la terza non si riscontrano ovunque. Da
molti studi (compreso quello di Kinsey), infatti, sappiamo che vi sono persone
che, pur essendo “eterosessuali”, hanno un interesse non provvisorio per le
relazioni omosessuali e viceversa, vi sono persone con ASS che hanno avuto
relazioni non transitorie con soggetti dell’altro sesso. Tenendo presente tutto
questo, ci accorgeremo che in molti soggetti l’ASS non si manifesta in modo “standard”.
Vi sono poi alcuni che, per il loro comportamento, sono stati classificati come
“bisessuali”, essendo attratti verso entrambi i sessi. Non esiste una
definizione scientifica della bisessualità; si tratta semplicemente della
descrizione di un comportamento. Molti di coloro che si sposano avendo tendenze
miste di questo tipo incontrano profonde difficoltà morali e psicologiche.
Fra gli adolescenti
e le persone che vivono per lunghi periodi solo con persone dello stesso sesso
(ad esempio, in prigione o sulle navi in alto mare), l’attività omosessuale e
una ASS transitoria sono comuni. Di solito, comunque, gli adolescenti
raggiungono la maturità psicologica e le persone sole ritornano a vivere in
compagnia con un soggetto dell’altro sesso: così, attratti verso il sesso
opposto, non hanno più la tentazione di compiere atti omosessuali. Pertanto,
nessun adolescente può essere definito con certezza “omosessuale” – occorre
attendere per vedere come si comporterà una volta diventato maturo.
Allo stesso
modo, una persona che ha commesso uno o più atti omosessuali non deve pensare
di non avere alcun orientamento eterosessuale. In sé, l’atto omosessuale non
prova nulla. Tuttavia, chi è attratto, anche temporaneamente, verso gli atti
omosessuali necessita di una solida guida morale e spirituale, e talvolta di un
trattamento psicologico, se non vuole ingannarsi e farsi del male."
p. John F. Harvey, OSFS Attrazione per lo stesso sesso: magistero cattolico e pratica pastorale
p. John F. Harvey, OSFS Attrazione per lo stesso sesso: magistero cattolico e pratica pastorale
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