Padre Matteo La Grua |
Il
discorso sulla castità è un discorso difficile oggi, in un mondo corrotto, che
ci fa sentire i suoi miasmi, anche che noi non vogliamo, ma è un discorso
necessario, perché è il segno, la castità, della nostra appartenenza a Cristo
Signore. Un discorso, dicevo, difficile che tanti non vorrebbero sentire. Dice
l'Apostolo che quando Felice (Atti 24,24) arrivò in compagnia della moglie
Drusilla, che non era la sua vera moglie perché era una seconda moglie, dopo
aver divorziato dalla prima, e allora fece chiamare Paolo e lo ascoltava
intorno alla fede in Cristo Gesù. Ma quando Paolo si mise a parlare di
giustizia e di continenza e del giudizio futuro, allora Felice si spaventò e
disse: bene bene per il momento puoi andare, poi sentiremo questi discorsi da
presso. Per cui Felice credeva, come si sul dire tra il buono e il bagnato, e Drusilla
che era accanto a lui, quando Paolo incominciò a parlare di continenza, di
giustizia, di castità, cominciò a tremare, perché Paolo parlava anche del
giudizio futuro; ma è un discorso, dicevo, necessario perché bisogna ribadire
il valore della castità, che per noi è
la legge di vivere nel mistico corpo di Cristo. Chi vuole vivere nel
mistico corpo di Cristo, non può non essere casto. Altrimenti c'è la condanna
per lui.
Ecco
allora il valore della castità che
io voglio sintetizzare in quattro o cinque punti, riferendomi ai testi
neotestamentari abbiamo innanzitutto un valore cristologico e un valore pneumatologico,
poi un valore latreutico, un valore escatologico.
Esaminiamo
questi quattro primi valori, ce ne sono altri, e prendiamo per restare con i
piedi saldi sulla parola di Dio con due testi, il primo testo è 1Corinzi 6 (15-20),
il secondo testo è 1Tessalonicesi 4.
“Non
sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?” ecco il valore cristologico, il nostro corpo non ci appartiene è di un
altro. “Prenderò dunque le membra di Cristo”, siamo noi, “e ne farò membra
di una prostituta? Non sia mai! Non sapete voi che chi si unisce con una
prostituta forma con essa un corpo solo?” “Fuggite dunque la fornicazione e
qualsiasi impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta è fuori del suo corpo; ma
chi si dà al peccato di impurità, pecca contro il proprio corpo. Voi non sapete
che il vostro corpo e tempio dello spirito Santo, che è in voi? e che avete da
Dio e che non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro
prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo!”
Se
qualcuno distruggerà il corpo di Dio, Dio distruggerà lui. Dunque il nostro
corpo è il corpo di Cristo, guai a chi tocca il corpo di Cristo, guai a chi lo
profana, guai a chi lo distrugge o in sé o negli altri, perché Dio distruggerà
lui. Non sapete che l'ira di Dio è scesa in questo mondo per i peccati dell'impurità?
Glorificate dunque Dio nel vostro corpo. Ecco il valore cristologico ed ecco il
valore pneumatologico. Voi siete dimora
dello Spirito e lo Spirito è Santo e deve abitare in un'abitazione santa. Non
potete dunque offrire allo spirito una abitazione immonda o sconsacrata. Per
questo valore pneumatologico noi dobbiamo conservare puro il nostro corpo,
incontaminato il nostro cuore, limpida la nostra mente. Cioè tutto l'uomo
dev'essere limpido, perché dimora dello Spirito.
Prendiamo
un altro testo, un testo agli Efesini (5,3-8) e poi prenderemo quello ai
Tessalonicesi.
“Quanto
ai peccati di impurità e di ogni altra specie di impurità o cupidigia neppure
se ne parli tra di voi”, cioè questa parola non esiste, questo argomento non
esiste, è scontato che voi dovete essere puri, è scontato perché questo si
addice ai santi e lo stesso si dica delle volgarità, delle trivialità, tutte
cose sconvenienti. “Perché sappiatelo bene, che nessun fornicatore, nessun
impuro avrà parte al regno di Cristo e di Dio”. È chiaro, nessun impuro entrerà
in cielo. “Nessuno vi inganni con vani ragionamenti” quasi che queste cose
siano innaturali, “per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che
gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Comportatevi come
figli della luce”, una volta eravate figli delle tenebre, ma adesso siete figli
della luce dunque vivete come figli della luce e queste cose che sentite
condannatele apertamente, perché quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso
perfino a parlarne. Voi siete figli della luce e come figli della luce dovete
vivere.
Tocchiamo
un altro testo 1Tessalonicesi 4 (3-8) che è molto più esplicito, perché li
tocca la nostra santificazione. Dice l'Apostolo:
“Questa
è la volontà di Dio, la vostra santificazione: cioè che vi asteniate
dall'impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e
rispetto, non come oggetto di passione e libidine come fanno i pagani che non
conoscono Dio; e che nessuno offenda o inganni in questa materia il proprio
fratello”, dicendo che queste cose non sono peccato “Perché il Signore è
vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci
ha chiamati alla impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme
non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito”.
Ecco
qui il testo è molto chiaro, questa è la volontà di Dio, la vostra
santificazione: cioè in che cosa consiste la santificazione, conservarsi puri,
conservarsi casti, mantenersi illibati davanti a Dio, questo è la nostra
santificazione ed in questo nessuno inganni il suo prossimo dicendo che non è
così, perché Dio si vendicherà di colui che dovesse ingannare il proprio
prossimo a riguardo di queste cose. Voi siete il tempio dello Spirito e Dio è
vindice del vostro comportamento nei riguardi dello Spirito, Dio non ci ha
chiamati all'impurità ma alla santificazione. Dove c'è equazione tra purezza e
santità, tra impurità e condanna.
Tra
questi testi che noi abbiamo così messo avanti, questi quattro testi, si evince
chiaramente il valore della castità, il valore della purezza, soprattutto il
valore cristologico e pneumatologico, Cristo nacque da una madre vergine, pura,
illibata, si mantenne vergine e puro. Chiamò gli apostoli e li obbligò alla
castità se volevano stare con lui e predicò la castità come norma per coloro
che vogliono seguirlo, come modo di vivere il regno di Dio. È chiaro che la
castità è un carisma e che non a tutti è dato questo dono, questo come castità
virginale, ma come castità virtù questo è un obbligo per tutti i cristiani, per
tutti quelli chiamati al regno di Dio.
C'è
un altro valore, il valore latreutico,
sacrificale. Cristo ha offerto il proprio corpo puro e senza macchia, l'agnello
che si doveva offrire a Dio doveva essere puro e senza macchia, il profeta Malachia
(1,6-8) si lamenta che le offerte sacrificali, gli animali, erano talvolta
fatte con animali difettosi. Con Dio nessun animale difettoso, agnello puro e
senza macchia. Siate santi perché Santo è Dio. Siate puri voi che portate i
vasi del Signore, noi siamo un popolo sacerdotale, si c'è il celibato per i
sacerdoti, ma per tutti noi che siamo sacerdoti per Gesù che partecipiamo al
sacerdozio di Cristo, vige sempre il dovere della castità secondo il nostro
stato. C'è una verginità consacrata
con il voto di frati e suore, c'è il celibato
come legge della Chiesa per i preti ma c’è la castità comune o giovanile o coniugale o vedovile, ma in castità
conservare puro il proprio corpo secondo le leggi che vigono nella castità
giovanile, nella castità coniugale, nella castità vedovile. Nessuno è arbitro
del proprio corpo. Il nostro corpo è di Cristo. E il corpo di Cristo è offerto
in sacrificio, è un corpo sacrificale, ecco perché l'apostolo ai Romani (12,1)
dice una parola:
“Offrite
i vostri corpi come sacrificio grato e profumato a Dio”.
Dunque
il nostro corpo deve essere offerto a Dio come sacrificio gradito a lui, ecco
il valore sacrificale del corpo, il valore sacrificale della castità. La croce
che noi portiamo, il tau segnato su di noi, perché la castità comporta una
croce, comporta un tau, comporta cioè un sangue che si sparge, comporta un
grande sacrificio, crocifissione come dice l'apostolo ai Galati (5, 24):
“Coloro
che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù hanno crocifisso il proprio corpo
con tutte le loro passioni”.
Dunque
si tratta di crocifiggere il corpo, perché il corpo è il corpo di Cristo e
offrire insieme con il corpo di Cristo il suo alito di vita a Dio. C'è ancora
un valore, il valore escatologico
ricordate che combinarono quei Sadducei quando si presentarono a Gesù leggiamo
Matteo 22 (23-30):
“In
quello stesso giorno vennero da lui alcuni sadducei - i quali dicono che non
c'è risurrezione - e lo interrogarono: "Maestro, Mosè disse: Se uno muore
senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al
proprio fratello. Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo, appena
sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. Così
anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. Alla fine, dopo tutti, morì la
donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti
l'hanno avuta in moglie". E Gesù rispose loro: "Vi ingannate, perché
non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. Alla risurrezione
infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo”.
e
tutto quello che segue, allora noi mantenendoci puri anticipiamo quello che noi
saremo e la Chiesa pura come segno della seconda fase in cui essa si troverà
quando tutti i suoi figli saranno come angeli di Dio, in paradiso non ci
saranno, meno male, né moglie né marito, tutti come gli angeli del Signore. Il
marito e la moglie sono un ricordo dell'età passate, ma lì non ci sono né mogli
né mariti, tutti come angeli del Signore. Allora ecco il valore escatologico
della purezza cristiana, un valore che le altre religioni non riconoscono ma
che noi dobbiamo riconoscere perché è un
valore di evangelizzazione per noi. Noi ci presentiamo con questo valore ed
è un valore di conquista del mondo che non crede, non può credere alla purezza
e alla castità. Purezza e castità che si possono mantenere soltanto con la
grazia del Signore, lo diceva Gesù che ci vuole un particolare dono di Dio, una
particolare grazia di Dio, che tutti dobbiamo chiedere, come la chiedeva
Salomone per mantenerci puri e casti secondo il nostro stato.
“Poiché
io -dice Salomone nella sua sapienza (Sap 8,21) - riconoscevo che da me stesso
non mi sarei potuto mantenere puro, lo chiesi al Signore: dammi Signore la
continenza”. Dunque Salomone chiedeva la continenza, la purezza perché sapeva
che da solo non l'avrebbe fatto, però è un grande valore e per noi oggi è un
valore di conquista, è un segno davanti a tutti e quando noi manchiamo di
castità, manchiamo di purezza, ci adeguiamo agli altri, al vizio del mondo noi
togliamo questo segno di riconoscimento e questa prova che Cristo è venuto in
questo mondo a portare questo valore, il valore della purezza. Comunque in
cielo noi saremo come gli angeli di Dio, ma quelli i quali hanno conservato una
purezza totale avranno un premio particolare, come detto qui bellamente
nell'apocalisse capitolo 14 (1-5):
“Poi
guardai ed ecco l`Agnello ritto sul monte Sion e insieme
centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome
e il nome del Padre suo. Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di
grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come
quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe.
Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri
viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i
centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Questi non si sono contaminati
con donne, sono infatti vergini e seguono l`Agnello dovunque va. Essi sono
stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l`Agnello. Non fu
trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia”.
Ecco
fratelli, ecco sorelle la bellezza della castità che nel suo ultimo termine è
verginità consacrata, verginità cristica, verginità che ha il profumo di Maria,
di Maria vergine che è il profumo del giglio e che mette sul nostro tavolo il
cantico nuovo, un cantico che nessuno può cantare, che nessuno può comprendere,
se non quelli che sono vergini come Cristo come Maria.
Dico
un discorso difficile oggi fratelli e sorelle quello della castità, ma un discorso anche affascinante. Quando Ambrogio, vescovo di Milano, faceva
essere discorsi e soprattutto ribadiva il valore della verginità succedeva un
fenomeno strano: che le ragazze che andavano ad ascoltare Ambrogio non
tornavano più a casa ma volevano rinchiudersi e prendere il velo della
verginità. Tanto che le madri cristiane, le madri italiane, perché da ogni
parte d'Italia andavano a sentire Ambrogio si misero in allarme e consultandosi
tra di loro non volevano più mandare le proprie figlie a Milano, perché ci
rimanevano tanto era bello, persuasivo e penetrante il discorso di Ambrogio.
Oggi invece si può parlare di castità quanto si vuole, di verginità quanto si
vuole, non si vede nessuno, non si fa monaco o monaca nessuno perché il mondo
molto è penetrato in mezzo a noi, perché questo
discorso è duro.
Diceva
Gesù agli apostoli che erano rimasti con lui dopo il discorso dell'eucaristia, e
tutti lo avevano abbandonato dicendo questo discorso è duro, diceva Gesù,
trovandosi solo con gli apostoli: ve ne volete andare anche voi? Andatevene
pure ma il discorso è questo. Così anche io dico a me e a tutti voi: il discorso può essere duro ma non può
essere diverso, se volete potete andarvene ma non si cambia una sillaba da
quello che è detto nelle scritture, non si cambia un iota da quello che è
uscito dalle labbra di Cristo.
Adesso
andiamo ad esplicitare, sì la castità, ma come dobbiamo coltivare la castità e
perché questa castità, si sono valori, valori astratti, noi diciamo subito che
la castità non tarpa il cuore dell'uomo. L'obiezione che si fa la più frequente
è che il Signore ci ha dato un cuore per amare e un corpo, perché ha detto
crescete e moltiplicatevi. Ha messo dentro il nostro corpo un istinto che
bisogna soddisfare, ha messo nel nostro cuore un amore a cui bisogna dar fuoco.
Io vi dico che con la disciplina e con
la grazia di Dio noi possiamo conservare puro il nostro corpo, in qualunque
stato di vita ci troviamo. È si una croce, soprattutto quando si è giovani, ma
è una croce che alla fine sarà luminosa e deliziosa. Deliziosa perché ci libera
dai tormenti della carne, luminosa perché da un particolare fulgore, una
particolare luce alla nostra vita, al nostro sguardo e al nostro viso. Quando voi
entrate in un monastero di suore, di clausura soprattutto, resterete abbagliati
dalla bellezza della luce che emanano, sono corpi virginali. Però è sempre una
croce, una croce che dobbiamo portare perché dobbiamo in questa croce,
crocifiggendoci, partecipare al sacrificio redentivo di Cristo e perché questa
croce ci rende conformi a Cristo Signore e ci rende belli. Non c'è cosa più
bella, più profumata della castità. Diceva bene Qoelet (9,8):
“abbi
cura di avere sempre vesti bianche e non manchi mai il profumo sul tuo capo”.
Ecco
il vero cristiano, vesti sempre bianche e il
profumo di Cristo sul nostro capo, il profumo della castità, il profumo del
nome del Signore. Olio profumato è il tuo nome per questo le fanciulle ti
vengono appresso.
Ma
quale castità? Ma la castità che ci rende liberi, non è una castità che ci
rende schiavi. Meglio non avere la castità che essere schiavi, la castità e liberante, rende libero
l'uomo, rende libero l'uomo di amare e
di servire. Il puro è libero, se il tuo occhio è puro tutto il tuo corpo è
luminoso, diceva Gesù, se invece il tuo occhio è malato quante tenebre in te.
Dico,
il cuore puro, e soltanto il cuore puro è in condizione di amare e di servire.
Il puro può amare tutti, non è vincolato a nessuno, può amare con tutte le
forze che Dio gli dà; può amare di amore battesimale, quell'amore che lo spirito
Santo ha deposto dentro di noi, che è l'amore puro perché è l'amore santo,
l'amore dello Spirito Santo. Chi è puro è libero, non è vincolato, o a uomo o a
donna, è libero di servire i propri fratelli, di donare ai propri fratelli. Il
puro è più fecondo di chi è maritato, ecco:
"esulta,
o sterile... perché i tuoi figli sono più numerosi della donna maritata"
diceva
il profeta (Isaia 54,1), perché chi è sterile, chi non ha figli, chi si è
mantenuto casto e puro, avrà una grande discendenza, avrà tanti figli e figlie.
Nel
regno spirituale si diventa padri e madri di una moltitudine di figli che
vengono generati a Cristo, chi è casto è nelle condizioni ideali per divenire
grande, non è servo di nessuno ma può servire tutti, chi è legato invece non può
facilmente servire. Ecco perché gli apostoli dovettero essere casti per poter
servire tutti, per camminare per la causa del Vangelo. Tutti dobbiamo essere
puri, ma soprattutto quelli che Dio chiama a fare evangelizzazione, quelli che
Egli chiama alla sua sequela, quelli che Egli chiama ad un particolare servizio
della Chiesa e non tema chi è puro di non amare, quanto ama un cuore puro non
possono amare certo i cuori legati, la
capacità di amore di un cuore puro è centuplicata. Per cui non dobbiamo
temere l'atrofizzazione del cuore, perché la castità, la purezza non atrofizza
il cuore, se dovesse essere così non era cosa buona la castità e la verginità.
Il
cuore deve mantenere la capacità di amare, la capacità di donare e di donarsi
non ad una persona ma a mille persone, a tutte le persone del mondo. Per cui
non dobbiamo temere l'atrofizzazione dell'amore o del cuore perché chi è puro è
chiamato all'amore ed ama teneramente, fraternamente tutti, tutti i figli di
Dio. Venite e guardate la castità, è chiaro che dobbiamo accennare, perché qui
andiamo al pratico adesso, vi accennavo alla castità giovanile, castità
coniugale, castità vedovile. È chiaro che non tutti siamo chiamati alla castità
perfetta, alla verginità consacrata, al celibato, alla continenza assoluta, non
tutti altrimenti il mondo potrebbe chiudere bottega. Però in qualunque stato
noi ci troviamo, la castità non deve venir meno.
Castità giovanile che cosa comporta? Comporta che certe
cose non si possono fare, cioè che non si può usare il sesso, i giovani non lo possono
usare prima di sposare né con se stessi né con gli altri, è una croce, ma è un
educazione necessaria, il sesto comandamento: non commettere atti impuri, punge
soprattutto per i giovani che sono anche portati appunto per la loro
irrequietezza specialmente nella presente età pagana, e soltanto nella forza
dello spirito possono adoperare bene, ci vuole molta preghiera, molta frequenza
dei sacramenti, molta adesione alla parola di Dio, ma la legge è questa: conservarsi
puri, non indulgere a forme di sessualità proibite, non si può usare in pratica
il sesso per il giovane che ancora non è sposato.
Va
detto soprattutto ai fidanzati, i fidanzati attraversano il momento sacro
dell'amore, viene detto che questo è il tempo sacro dell'amore, il fidanzamento, perché è un momento sacramentale. Simboleggia
l'amore nel deserto di Cristo con la Chiesa, il fidanzamento di Cristo con la
Chiesa e quando questo amore viene sciupato cessa, oggi non si trova più
l'amore, lo diceva Enrico Bene, lo ricordo bene, buon anima, un grande uomo: “io
non trovo più l'amore del mondo per i miei fratelli, non lo trovo nei giovani,
non lo trovo nei coniugati, non lo trovo nelle vedove, sebbene ho trovato
l'amore tra le suore, tra i religiosi”. L'amore vero quello che dura pochissimo
quando si è fidanzati, perché l'amore tra i fidanzati, il vero amore, non va
oltre i tre mesi poi cede il posto o alla passione o all'odio o all'affetto
maritale, con l'affetto sponsale. Ma amore con amore è un elemento divino che
cala sulla terra tant'è vero che quando c'è il vero amore si usano termini
divini, non termina mai, senza che ci se ne accorga, ecco per esempio una
cartolina, il fidanzato alla fidanzata dice: "eternamente tuo",
oppure "ti adoro", oppure "anima mia", "tu sei tutta
la mia vita", sono attributi che si usano con Dio, ma sono termini veri
perché esprimono una realtà, la realtà dell'amore è quando si è sinceri, e non
si può non essere sinceri quando si scrivono queste cose, quando si è veramente
sinceri quello è il momento dell'amore che non dura oltre i tre mesi, perché
noi diventiamo la creatura per poterla amare ma ben presto cadono i veli e la
realtà compare e ciò che è ideale cessa di essere ideale per dare luogo alla
realtà contingente. Dall'amore ideale cade la patina di divinità che ci faceva
adorare quella persona amata, per dare luogo all'affetto, per dare luogo alla
passione, per dare luogo all'odio tante volte. E allora si diceva che tra i
fidanzati bisogna gustare l'amore, appena l'amore è toccato dal sesso cessa,
cade all'istante. Gustate l'amore fidanzati, se lo siete, gustatelo finché
dura, perché non lo gusterete mai, quell'amore che ci dà la sensazione del
divino. Comunque durante questo periodo il corpo nostro è di Cristo, il corpo
degli altri è di Cristo e non possiamo usare il corpo nostro o il corpo degli
altri, perché siamo legati alla virtù, al dovere della castità perché è la
legge che vige nel mistico corpo di Cristo.
Castità coniugale: è più difficile, perché avere un
uomo o una donna accanto con la passione che bolle e mantenersi puri non è una
cosa facile, ci sono delle regole da osservare, a queste regole bisogna che noi
ci adattiamo. Non è che tutto si può fare. Il discorso sarebbe lungo, non è
tutto lecito: c'è il lecito e l'illecito e bisogna conservarsi puri, casti
nell'uso del coniugio. Non possiamo fare per conto nostro, perché il corpo
nostro è di Cristo, il corpo della compagna è di Cristo e Cristo consente l'uso
del matrimonio che eleva appunto a sacramento per rendere questi atti
sacramentali, appunto perché redimendo così e trasferendo il coniugio in una
sfera sacramentale gli sposi non si impiglino nell'uso del matrimonio ma
debbono rimanere sempre in quei limiti voluti da Cristo Signore. Per cui tutti questi
usi di contraccettivi e robe del genere, tutti questi modi di fare, tutti
condannati e c'è un guaio, tutto il mondo è immerso nel peccato. Quanti
cristiani sono immersi nel peccato? E cristiani che si accostano
impassibilmente all'eucaristia, come se niente fosse, così commettono sacrilegi
su sacrilegi. Inquinano il corpo proprio e inquinano il corpo di Cristo
sull'altare, e mangiano e bevono la propria condanna.
Castità vedovile: se qualcuno perde il marito o perde
la moglie, si può si risposare ma finché è vedovo o vedova deve conservarsi
puro e casto. Non è consentito un secondo matrimonio vivente la prima moglie o
il primo marito, il divorzio non è consentito. Diceva già ai suoi tempi
Malachia (2:16): "Dio odia il divorzio", già prima di Cristo e Cristo
ha dato la sua legge, ma su questo punto non ci fermiamo perché non possiamo
andare oltre, il tempo ci manca. Conserviamoci puri e santi, profumiamo la
santa Chiesa di Dio, dell'odore di Cristo, dell'odore della castità e noi
faremo miracoli, noi cammineremo e dietro a noi lasceremo la scia dolcissima,
profumatissima di Cristo Signore di cui parla l’Apostolo ai Corinzi. Noi
portiamo il profumo di Cristo, che è profumo di vita per noi e di
riconoscimento ed è profumo di morte per quelli che non sono chiamati alla
salvezza. Conserviamo questo profumo e facciamo così spandere questo profumo in
qualunque ambiente noi ci troviamo , profumiamo con la castità, con la purezza
la casa del Signore.
Alleluia!
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