“Ottima
perché non ha la pretesa di dare risposta ad ogni questione”, afferma il
religioso, grande studioso, ed esperto nel campo dell’omosessualità. “La nuova
Istruzione del Vaticano sui criteri di discernimento vocazionale riguardo alle
persone con tendenze omosessuali è il chiarimento di cui la Chiesa aveva
bisogno”.
Padre
John Harvey, oblato di San Francesco di Sales, è Direttore di Courage
International, un’organizzazione dedita al sostegno degli uomini e delle donne
con tendenze omosessuali che desiderano vivere castamente secondo gli
insegnamenti della Chiesa. Di seguito pubblichiamo le opinioni che il religioso
ha voluto condividere con ZENIT su questo nuovo documento.
Qual
è la sua impressione su questo nuovo documento del Vaticano relativo alle norme
per l’accesso ai Seminari delle persone con tendenze omosessuali?
Mi
sembra ottimo perché non ha la pretesa di dare risposta ad ogni questione; lo
dice espressamente sin dall’inizio. Mi sembra che sia apprezzabile.
L’intenzione è semplicemente quella di porre in chiaro alcune norme per i
Vescovi, i Rettori e le persone che lavorano nei Seminari.
Mi
sembra saggio lasciare alla responsabilità dei Vescovi e dei Rettori la
necessità di approfondire questo argomento e prendere le opportune decisioni in
merito ai singoli seminaristi. Credo che sia meglio così, piuttosto che dare
risposte ad ogni singola questione.
Il
documento è molto chiaro nel definire le due categorie incompatibili: coloro
che praticano l’omosessualità o presentano tendenze omosessuali profondamente
radicate, e coloro che sostengono la cosiddetta “cultura gay”, l’attivismo gay,
il “gay è bello”. Le persone con questa impostazione non dovrebbero trovarsi in
Seminario. Il documento precisa giustamente che occorre distinguere tra persone
con tendenze omosessuali profondamente radicate e persone per le quali tali
tendenze sono solo l’espressione di un problema transitorio. Questo è giusto
poiché talune tendenze omosessuali potrebbero essere solo il sintomo di
un’adolescenza ancora non compiuta.
C’è
qualcosa del documento che l’ha sorpresa? O era come se l’aspettava?
Non
ero sicuro di cosa sarebbe stato pubblicato. Non avevo un’idea precisa di cosa
aspettarmi, speravo soltanto che non fosse una generica dichiarazione
universale del tipo: “chiunque presenti attrazioni omosessuali è
automaticamente escluso”. Fortunatamente non dice questo e consente di fare
diversi distinguo. Mi ha sorpreso questa moderazione del documento che non si
estende ad ogni situazione e che lascia molto alla discrezione dei teologi e
degli psicologi. Ne sono rimasto molto colpito in maniera piacevole.
Qual
è il significato di questa Istruzione del Vaticano e della politica di
chiarimento della Chiesa sull’omosessualità e i Seminari?
Il
significato è che si tratta di un documento per la Chiesa universale e non solo
per la Chiesa negli Stati Uniti. Per anni, in seno alla Chiesa abbiamo avuto
persone che promuovevano l’agenda gay; organizzazioni come Dignity, New Age
Ministry, nonché sacerdoti gay e consacrate lesbiche. È ora che la Chiesa dica
chiaramente che occorre fare attenzione ai seminaristi che presentano tendenze
omosessuali. Ed essi, a loro volta, non dovranno nasconderle fino al punto di
dire il falso. È anche importante che il documento sottolinei che una persona
con tendenze omosessuali non è automaticamente esclusa dal Seminario.
Molti
adolescenti affermano di avere attrazione per ragazzi dello stesso sesso.
Questi potranno accedere ai Seminari se riusciranno a superare questo problema.
C’è una netta differenza tra attrazioni omosessuali transitorie e tendenze
omosessuali permanenti e deleterie. Siamo felici di aver ricevuto un documento
che può trovare piena applicazione pastorale, ed io mi adopererò per questo.
Nell’ambito
del discernimento vocazionale al sacerdozio o alla vita religiosa, ci sono dei
modi per identificare e distinguere le attrazioni omosessuali, le tendenze
omosessuali profondamente radicate e le carenze nella maturità affettiva?
Non
è sempre facile identificare una tendenza omosessuale. La persona potrebbe
nasconderla ed essere l’unica a saperlo. Ma gli psicologi e i teologi sono in
grado di identificare le eventuali attrazioni omosessuali parlando con la
persona in modo prolungato e approfondito.
I
seminari devono avvalersi di buoni psichiatri cattolici per lavorare su questi
aspetti, al fine di valutare bene se una persona presenti tendenze omosessuali
transitorie o permanenti. Abbiamo bisogno di maggiori informazioni su come
gestire gli adolescenti che affermano di essere omosessuali. Dobbiamo
considerarli in modo serio ed insegnargli a vivere in modo casto. Questo è ciò
che cerca di fare Courage International.
Una
persona può essere casta e continuare ad essere attratta da persone dello
stesso sesso. Non pochi sono riusciti in questo intento. Se un uomo è in grado
di mantenersi in castità intorno all’età di 25 anni, vi è motivo di credere che
sarà capace di continuare a vivere castamente.
Solo
gli psichiatri saranno in grado di determinare se i seminaristi hanno tendenze
omosessuali radicate; noi dovremo limitarci a dare loro ascolto su questo
aspetto. Ogni seminarista con tendenze omosessuali deve rivolgersi ad uno
psicologo cattolico, dandogli il permesso di poter riferire sul suo caso al
Seminario. Questo è un comportamento responsabile.
Maturità
affettiva significa aver acquisito, nell’età adulta, la capacità di gestire le
proprie emozioni; di non lasciarsi andare. È un cattivo segno se una persona
adulta, omosessuale o eterosessuale, non è in grado di dominarsi. È ben noto
agli psicologi che una delle maggiori difficoltà con le tendenze omosessuali è
che queste possono derivare da traumi subiti nel passato e dal rapporto con
genitori e coetanei. Il trauma provoca problemi emotivi nella persona. Le
tendenze omosessuali emergono presto nei bambini nella forma di una
dissociazione dal genitore dello stesso sesso e di una incapacità di
relazionarsi con i coetanei. Questo incide sul loro rapporto con le donne e con
gli uomini per tutto il resto della loro vita.
Il
documento lascia ai Superiori Generali la discrezionalità nel determinare se un
candidato ha superato le tendenze incompatibili. Lei ritiene che questo
discernimento sia affidato in buone mani?
Penso
proprio di sì. Ciò che un buon Rettore fa, nel trattare con una persona che ha
qualsiasi tipo di problema, è di ricorrere ad un professionista esterno
equilibrato che possa dare il proprio apporto.
Nel
caso di un seminarista con tendenze omosessuali, il Rettore dovrà permettere
una valutazione da parte di uno psichiatra. Le questioni private potranno
rimanere segrete, ma lo psichiatra dovrà poter riferire se si tratta di una
persona idonea o non idonea a diventare sacerdote. Non si tratta di svelare i
dettagli privati, ma solo di dare una valutazione. Sono sicuro che, con l’aiuto
di buoni psicologi cattolici, essi saranno in buone mani.
C’è
una parte del documento che secondo lei potrà essere soggetta a maggiori
fraintendimenti, specialmente negli Stati Uniti?
Credo
che più che fraintendimenti potranno sorgere difficoltà nella distinzione fra
tendenze omosessuali profondamente radicate e tendenze transitorie. Credo che
per approfondire bene questo punto avremo bisogno di un aiuto da parte degli
psicologi. Inoltre, il documento non chiarisce il significato dell’espressione
“disturbi sessuali”. A mio avviso l’espressione comprende masturbazione e
pornografia, entrambi motivo sufficiente per chiedere ad un uomo eterosessuale
di non entrare in Seminario. Tutti sono vincolati alla castità e i problemi di
dipendenza non appartengono al Seminario.
Quali
sono i frutti che si aspetta da questa Istruzione?
Credo
che essa sarà origine di molti approfondimenti e studi relativi al lavoro nei
seminari. Molte cose buone scaturiranno da questo documento. Esso non è stato
pensato per essere perfetto ed esauriente. Si tratta di una dichiarazione di
chiarimento indirizzata alla Chiesa.
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