mercoledì 28 dicembre 2016

Padre Harvey evidenzia i punti di forza della nuova Istruzione

“Ottima perché non ha la pretesa di dare risposta ad ogni questione”, afferma il religioso, grande studioso, ed esperto nel campo dell’omosessualità. “La nuova Istruzione del Vaticano sui criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali è il chiarimento di cui la Chiesa aveva bisogno”.

Padre John Harvey, oblato di San Francesco di Sales, è Direttore di Courage International, un’organizzazione dedita al sostegno degli uomini e delle donne con tendenze omosessuali che desiderano vivere castamente secondo gli insegnamenti della Chiesa. Di seguito pubblichiamo le opinioni che il religioso ha voluto condividere con ZENIT su questo nuovo documento.

Qual è la sua impressione su questo nuovo documento del Vaticano relativo alle norme per l’accesso ai Seminari delle persone con tendenze omosessuali?

Mi sembra ottimo perché non ha la pretesa di dare risposta ad ogni questione; lo dice espressamente sin dall’inizio. Mi sembra che sia apprezzabile. L’intenzione è semplicemente quella di porre in chiaro alcune norme per i Vescovi, i Rettori e le persone che lavorano nei Seminari.
Mi sembra saggio lasciare alla responsabilità dei Vescovi e dei Rettori la necessità di approfondire questo argomento e prendere le opportune decisioni in merito ai singoli seminaristi. Credo che sia meglio così, piuttosto che dare risposte ad ogni singola questione.

Il documento è molto chiaro nel definire le due categorie incompatibili: coloro che praticano l’omosessualità o presentano tendenze omosessuali profondamente radicate, e coloro che sostengono la cosiddetta “cultura gay”, l’attivismo gay, il “gay è bello”. Le persone con questa impostazione non dovrebbero trovarsi in Seminario. Il documento precisa giustamente che occorre distinguere tra persone con tendenze omosessuali profondamente radicate e persone per le quali tali tendenze sono solo l’espressione di un problema transitorio. Questo è giusto poiché talune tendenze omosessuali potrebbero essere solo il sintomo di un’adolescenza ancora non compiuta.

C’è qualcosa del documento che l’ha sorpresa? O era come se l’aspettava?

Non ero sicuro di cosa sarebbe stato pubblicato. Non avevo un’idea precisa di cosa aspettarmi, speravo soltanto che non fosse una generica dichiarazione universale del tipo: “chiunque presenti attrazioni omosessuali è automaticamente escluso”. Fortunatamente non dice questo e consente di fare diversi distinguo. Mi ha sorpreso questa moderazione del documento che non si estende ad ogni situazione e che lascia molto alla discrezione dei teologi e degli psicologi. Ne sono rimasto molto colpito in maniera piacevole.

Qual è il significato di questa Istruzione del Vaticano e della politica di chiarimento della Chiesa sull’omosessualità e i Seminari?

Il significato è che si tratta di un documento per la Chiesa universale e non solo per la Chiesa negli Stati Uniti. Per anni, in seno alla Chiesa abbiamo avuto persone che promuovevano l’agenda gay; organizzazioni come Dignity, New Age Ministry, nonché sacerdoti gay e consacrate lesbiche. È ora che la Chiesa dica chiaramente che occorre fare attenzione ai seminaristi che presentano tendenze omosessuali. Ed essi, a loro volta, non dovranno nasconderle fino al punto di dire il falso. È anche importante che il documento sottolinei che una persona con tendenze omosessuali non è automaticamente esclusa dal Seminario.

Molti adolescenti affermano di avere attrazione per ragazzi dello stesso sesso. Questi potranno accedere ai Seminari se riusciranno a superare questo problema. C’è una netta differenza tra attrazioni omosessuali transitorie e tendenze omosessuali permanenti e deleterie. Siamo felici di aver ricevuto un documento che può trovare piena applicazione pastorale, ed io mi adopererò per questo.

Nell’ambito del discernimento vocazionale al sacerdozio o alla vita religiosa, ci sono dei modi per identificare e distinguere le attrazioni omosessuali, le tendenze omosessuali profondamente radicate e le carenze nella maturità affettiva?

Non è sempre facile identificare una tendenza omosessuale. La persona potrebbe nasconderla ed essere l’unica a saperlo. Ma gli psicologi e i teologi sono in grado di identificare le eventuali attrazioni omosessuali parlando con la persona in modo prolungato e approfondito.

I seminari devono avvalersi di buoni psichiatri cattolici per lavorare su questi aspetti, al fine di valutare bene se una persona presenti tendenze omosessuali transitorie o permanenti. Abbiamo bisogno di maggiori informazioni su come gestire gli adolescenti che affermano di essere omosessuali. Dobbiamo considerarli in modo serio ed insegnargli a vivere in modo casto. Questo è ciò che cerca di fare Courage International.

Una persona può essere casta e continuare ad essere attratta da persone dello stesso sesso. Non pochi sono riusciti in questo intento. Se un uomo è in grado di mantenersi in castità intorno all’età di 25 anni, vi è motivo di credere che sarà capace di continuare a vivere castamente.

Solo gli psichiatri saranno in grado di determinare se i seminaristi hanno tendenze omosessuali radicate; noi dovremo limitarci a dare loro ascolto su questo aspetto. Ogni seminarista con tendenze omosessuali deve rivolgersi ad uno psicologo cattolico, dandogli il permesso di poter riferire sul suo caso al Seminario. Questo è un comportamento responsabile.

Maturità affettiva significa aver acquisito, nell’età adulta, la capacità di gestire le proprie emozioni; di non lasciarsi andare. È un cattivo segno se una persona adulta, omosessuale o eterosessuale, non è in grado di dominarsi. È ben noto agli psicologi che una delle maggiori difficoltà con le tendenze omosessuali è che queste possono derivare da traumi subiti nel passato e dal rapporto con genitori e coetanei. Il trauma provoca problemi emotivi nella persona. Le tendenze omosessuali emergono presto nei bambini nella forma di una dissociazione dal genitore dello stesso sesso e di una incapacità di relazionarsi con i coetanei. Questo incide sul loro rapporto con le donne e con gli uomini per tutto il resto della loro vita.

Il documento lascia ai Superiori Generali la discrezionalità nel determinare se un candidato ha superato le tendenze incompatibili. Lei ritiene che questo discernimento sia affidato in buone mani?

Penso proprio di sì. Ciò che un buon Rettore fa, nel trattare con una persona che ha qualsiasi tipo di problema, è di ricorrere ad un professionista esterno equilibrato che possa dare il proprio apporto.

Nel caso di un seminarista con tendenze omosessuali, il Rettore dovrà permettere una valutazione da parte di uno psichiatra. Le questioni private potranno rimanere segrete, ma lo psichiatra dovrà poter riferire se si tratta di una persona idonea o non idonea a diventare sacerdote. Non si tratta di svelare i dettagli privati, ma solo di dare una valutazione. Sono sicuro che, con l’aiuto di buoni psicologi cattolici, essi saranno in buone mani.

C’è una parte del documento che secondo lei potrà essere soggetta a maggiori fraintendimenti, specialmente negli Stati Uniti?

Credo che più che fraintendimenti potranno sorgere difficoltà nella distinzione fra tendenze omosessuali profondamente radicate e tendenze transitorie. Credo che per approfondire bene questo punto avremo bisogno di un aiuto da parte degli psicologi. Inoltre, il documento non chiarisce il significato dell’espressione “disturbi sessuali”. A mio avviso l’espressione comprende masturbazione e pornografia, entrambi motivo sufficiente per chiedere ad un uomo eterosessuale di non entrare in Seminario. Tutti sono vincolati alla castità e i problemi di dipendenza non appartengono al Seminario.

Quali sono i frutti che si aspetta da questa Istruzione?

Credo che essa sarà origine di molti approfondimenti e studi relativi al lavoro nei seminari. Molte cose buone scaturiranno da questo documento. Esso non è stato pensato per essere perfetto ed esauriente. Si tratta di una dichiarazione di chiarimento indirizzata alla Chiesa.


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