martedì 14 maggio 2013

Lettera XXI – Ad una persona con Attrazione per lo Stesso Sesso (ASS), il cui nome si tace (di Santa Caterina da Siena)


Santa Caterina da Siena
Carissimo fratello in Cristo dolce Gesù. Io Caterina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi debitore leale, che rendiate il debito vostro al vostro Creatore.

Sapete che siamo tutti debitori di Dio; perché, ciò che noi abbiamo, l'abbiamo solo per grazia e per amore inestimabile. Non pregammo mai che ci creasse: mosso dunque dal fuoco dell'amore; ci creò a sua immagine e somiglianza (Gn 1,26): ci creò in tanta dignità, che non è lingua che possa narrare, nè occhio vedere, nè cuore pensare la dignità dell'uomo, quanto ella è. Questo è il debito che noi abbiamo contratto con Dio, e questo debito vuole che gli sia reso: cioè amore per amore. Cosa giusta e convenevole è che colui che si vede amare, anch'egli riami.
Inoltre ci mostrò maggiore amore che potesse mostrarci, dando la vita per noi. Dio, vedendo che l'uomo aveva perduta la sua dignità per il peccato commesso, e si era obbligato al demonio; venne la somma eterna Bontà, essendo innamorato della sua creatura, volle restituirla a se e liberarla dall'obbligo, manda il Verbo del suo unigenito figlio, condannato alla morte per rendere la vita della grazia all'uomo: lo manda per riscatto dell'uomo a trarlo dal carcere del peccato e dalle mani dei demoni. O dolce e amoroso figliuolo di Dio, inestimabile Verbo, carità dolcissima, tu sei manlevatore e pagatore; tu hai stracciato la carta dell'obbligazione fra l'uomo e il demonio(Col 2,14); che per il peccato s’era obbligato a lui: sì che stracciando la carta del corpo tuo, scioglieste noi.

Oimè, signore mio! chi non si consuma di fronte a tanto fuoco d'amore? Non si consumeranno coloro, che ogni giorno tornano a fare un nuovo patto col demonio senza riguardo per te, Cristo Gesù flagellato, satollato d'obbrobri, Dio ed uomo. Oimè, oimè! questi tali fanno del loro corpo una stalla, tenendovi dentro gli animali bruti senza alcuna ragione.

Oimè, fratello carissimo, non dormite più nella morte del peccato mortale. Io vi dico che la scure è già posta alla radice dell'albero (Mt 3,10 Lc 3,9). Prendete la pala (Lc 3,17) del timore santo di Dio, e sia usata dalla mano dell'amore. liberate il fradiciume dall'anima e dal vostro corpo. Non siate crudeli con voi stessi, né manigoldi, tagliandovi dal vostro capo, Cristo dolce e buono Gesù. Non più fradiciume, non più immondizia! Ricorrete al vostro creatore; aprite l'occhio dell'anima vostra, e vedete quanto è il fuoco della sua carità, che v'ha sostenuto e non ha comandato alla terra che si aprisse (Nm 16,32 Nm 26,10 Dt 11,6), né agli animali bruti, che vi divorassero. Vi ha anche donato la terra, i suoi frutti, il sole, il caldo, la luce e il cielo, il movimento, affinché viviate; dandovi spazio di tempo, perché possiate correggervi. Questo ha fatto solo per amore.

O ladro ignorante debitore, non aspettate più tempo; fate sacrificio a Cristo crocifisso della mente, dell'anima e del corpo vostro. Non dico, che vi diate la morte più che voi vogliate questo per separazione di vita corporale; ma morte negli appetiti sensitivi; che la volontà ci sia morta, e viva la ragione, seguitando le vestigia di Cristo crocifisso. Allora renderete il debito. Date a Dio quello che è di Dio (Mt 22,21 Mc 12,17 Lc 20,25), e alla terra quello che è della terra. A Dio si deve dare il cuore, e l'anima, e l'affetto con ogni sollecitudine, e non negligenza. Tutte le vostre operazioni debbono essere fondate in Dio. Alla terra che si vuol dare, cioè a questa parte sensitiva? Quello che ella merita. Che merita colui che uccide? D'essere morto. Cosi ci conviene uccidere questa volontà flagellando la carne nostra; affliggerla, porgli il giogo de' santi comandamenti di Dio. Non vedete voi che ella è mortale? Passa presto la sua giovinezza, come il fiore che è levato dal suo principio. Non state più cosi, per l'amore di Cristo crocifisso! Ch'io vi prometto che tanta abominazione e tanta iniquità (Lv 18,22) Dio non la sopporterà, non correggendo la vostra vita; ne farà grandissima giustizia mandando il giudizio sopra di voi.

Vi dico che non tanto Dio, ch'è somma purità, ma i demoni non la possono sostenere: ché tutti gli altri peccati stanno a vedere, eccetto questo peccato contro natura. Or siete voi bestia, o animale bruto? Io vedo pure, che voi avete forma d'uomo; ma è vero che di quest'uomo è fatto stalla: dentro ci sono gli animali bruti de' peccati mortali. Oimè! non più, per l'amore di Dio! Attendete, attendete alla salute vostra: rispondete a Cristo, che vi chiama. Voi sete fatto per esser tempio di Dio (1Co 3,16 2Co 6,16); cioè che dovete ricevere Dio per Grazia, vivendo virtuosamente, partecipando al sangue dell'Agnello; dove si lavano le nostre iniquità.

Oimè, oimè sventurata l'anima mia! Io non so metter mano alle mie e vostre iniquità. Or come fu tanto crudele e spietata l'anima vostra, e la vostra bestiale passione sensitiva, che voi oltre al peccato contro natura...

Oimè! scoppino i cuori, si divida la terra, si rivolgano tutte le pietre sopra di noi (Lc 23,30), i lupi ci divorino; non sostengano tanta immondizia, e offesa fatta a Dio e all'anima vostra. Fratello mio ci vien meno la lingua, e tutti è sentimenti. Ohimè! non voglio più così. Ponete fine e termine alla miseria ch'io v'ho detto: e vi ricordo che Dio non lo sosterrà, se voi non vi correggete. Ma bene vi dico che se voi vorrete correggere la vita vostra in questo punto del tempo, che v'è rimasto, Iddio è tanto benigno e misericordioso, che vi farà misericordia; benignamente vi riceverà nelle braccia sue, vi farà partecipare il frutto del sangue dell'Agnello, sparto con tanto fuoco d'amore: ché non è nessuno sì gran peccatore, che non trovi misericordia. Perché è maggiore la misericordia di Dio, che le nostre iniquità, colà dove noi ci vogliamo correggere, e vomitare il fradiciume del peccato con la santa confessione, con proponimento di scegliere piuttosto la morte, che tornare al vomito (Pr 26,11 2P 2,22). A questo modo riavrete la dignità vostra perduta per il peccato: e renderemo il debito che dobbiamo rendere a Dio. Sappiate che se voi non lo rendeste, voi cadreste nella più scura prigione che si possa immaginare. Sappiate che quando questo debito non si rende, della confessione e dispiacimento del peccato, non bisogna che altri s'affatichi a pigliarlo, perché esso medesimo colla compagnia dei demoni, che sono i suoi signori a cui egli ha servito, se ne va nel profondo dell'inferno.

Fratello mio dolce in Cristo dolce Gesù, non voglio che questa prigione né condanna venga sopra di voi; ma voglio, e vi prego (e io vi voglio aiutare) da parte di Cristo crocifisso, che voi usciate delle mani del diavolo. Pagate il debito della santa confessione con dispiacimento dell'offesa di Dio, e proponimento di non cader più in tanta miseria. Abbiate memoria di Cristo crocifisso; spegnete il veleno della carne vostra colla memoria della carne flagellata di Cristo crocifisso, Dio ed uomo. In quanto per l'unione della natura divina colla natura umana è assurta a tanta dignità la nostra carne, che ella è esaltata sopra tutti i cori degli angeli. Ben si debbono vergognare gli stolti figliuoli di Adam, di darsi a tanta miseria, e perdere la sua dignità. Ponetevi per obiettivo Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso. E non indugiate, né aspettate il tempo, perché il tempo non aspetta voi. E se la vostra fragilità vi volesse infastidire, giudicate come buon giudice. Salite sopra la sedia della coscienza vostra; non lasciate passare i movimenti che non siano corretti da voi con una santa e dolce memoria di Dio. Invitatevi a far resistenza, e non acconsentite al peccato per volontà, né attualmente mandarlo ad effetto; ma dite: «porta oggi, anima mia, questa poca pena; fa resistenza, e non consentire. Forse che domani sarà terminata la vita tua. E se pure sarai vivo, farai quello che ti farà fare Dio. Fa tu oggi questo». Vi dico che facendo così, l'anima vostra e il corpo, che ora è fatto stalla, sarà fatto tempio (1Co 3,16; 2Co 6,16) dove Dio si diletterà abitando in voi per grazia. Poi, consumata la vita vostra, riceverete l'eterna visione di Dio, dove è vita senza morte e sazietà senza fastidio. Non vogliate perdere tanto bene per un piacere triste. Non vi dico altro. Permanete nel santo e dolce amore di Dio.


Perdonate la mia ignoranza. Vi ho forse gravato di parole, e detto quello che non vorremmo forse udire. Abbiatemi per scusata; ché l'affetto e l'amore ch'io ho per la salute della vostra anima me l'ha fatto fare. Ché se io non v'amassi, non me ne impiccerei, né curerei perché io vi vedessi nelle mani del demonio: ma perché io v'amo, non lo posso sostenere. Voglio che partecipiate il sangue del Figliuolo di Dio. Gesù dolce, Gesù amore, Maria dolce.


Testo ridotto a miglior lezione da Alberto Gonzaga © tutti i diritti riservati.

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