martedì 29 gennaio 2013

RITORNO A BRIDESHEAD


Evelyn Waugh (1903-1966)
Evelyn Waugh (19031966) è uno dei principali autori inglesi del XX secolo. Convertitosi al cattolicesimo nel 1930 dopo anni di comportamento omosessuale, unisce nelle sue opere fede ed ironia con una prosa elegante.

L’opera che ha conosciuto maggior successo è Ritorno a Brideshead. “Brideshead” è la lussuosa dimora dell’aristocratica famiglia Flyte, intorno a cui l’immaginazione cattolica di Evelyn Waugh fa ruotare gli eventi della storia.

Ritorno a Brideshead ha avuto - caso raro - una brillante trasposizione cinematografica nella pluripremiata serie tv diretta nel 1981 da Charles Sturridge/Michael Lindsay-Hogg (meglio che l’infedele ed approssimativa versione di Julian Jarrold del 2008). Il cast d’eccezione comprende: Jeremy Irons, Anthony Andrews, Diana Quick, Sir Laurence Olivier, Sir John Gielgud e Claire Bloom. Se non avete l’età per averlo apprezzato in TV comprate i DVD, merita di essere visto come merita di essere letto il libro (meglio nella traduzione di Giovanni Fletzer).

L’argomento del romanzo, come ci avvisa l’autore nella prefazione all’edizione del 1959 è “l’influsso della grazia divina su un gruppo di personaggi diversi ma strettamente uniti”.

Castle Howard, nello Yorkshire, diviene il set “in cui possiamo ammirare lo svelarsi di una conversione cattolica, un luogo privilegiato dove possiamo vedere un uomo che impara a salire la scala dell’amore”, come ha giustamente osservato George Weigel.

Potremmo considerare Ritorno a Brideshead partendo da una citazione evangelica “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28) e vedere come una molteplicità di elementi che prefigurano il bene, concorrano nel disegno provvidenziale, alla conversione dei personaggi principali, nonostante la resistenza opposta dalla natura concupiscente.

Charles con il padre
Proverò a proporre in breve la trama, anche se so che questo non renderà giustizia alla ricchezza dell’opera di Waugh. Il protagonista è Charles Ryder (in effetti il sottotitolo del romanzo recita “Memorie sacre e profane del capitano Charles Ryder”) un giovane dal talento artistico, orfano di madre, inviato a studiare ad Oxford da un padre distante quanto indisponibile. Qui Charles stringe amicizia con Sebastian Flyte, rampollo di un’aristocratica famiglia, che ha il vezzo di portarsi appresso un orsacchiotto di pezza che ha chiamato Aloysius. Sebastian introduce Charles nella sua cerchia di bizzarri esteti con cui condivide pranzi luculliani e bravate notturne.
Charles e Sabastian con Lord Marchmain
Nella contemplazione delle bellezze naturali sboccia tra i due un’intensa amicizia adolescenziale. Le visite alla sensuale residenza di Brideshead accrescono il mistero della famiglia di Sebastian e del suo rapporto con la fede cattolica. Il culmine del loro rapporto coincide con la loro vacanza a Venezia presso il padre di Sebastian, Lord Marchmain, che qui vive insieme all’amante, da quando ha abbandonato la moglie.
Charles con Lady Marchmain
Il rapporto con Sebastian sfuma con l’aggravarsi dell’alcolismo di quest’ultimo ed i tentativi manipolatori della devota Lady Marchmain per controllare le amicizie del figlio. Esempio di come una buona intenzione possa essere percepita in modo invasivo da un figlio e non raggiunga gli obbiettivi sperati. Charles è un perspicace osservatore e dice di Sebastian: “non trovava più alcun godimento nella mia amicizia, non facendo io più parte della sua solitudine. Crescendo la mia intimità coi suoi, passavo man mano a far parte del mondo a cui tentava sottrarsi; ed io ero uno dei legami che lo trattenevano.” “Sebastian beveva per evadere” “le ombre stavano chiudendosi intorno a Sebastian.”

Ad un cero punto si legge: “mentre Sebastian nel suo rapido declino si consumava e appassiva, tanto più Julia andava maturando e fiorendo” poiché tra fratello e sorella c’è “una fisica rassomiglianza”.

Charles e Julia
Dopo il fallimento dei rispettivi matrimoni Charles e Julia (la sorella maggiore di Sebastian) vivono insieme a Brideshead che il padre ha deciso di lasciare a lei, di fatto diseredando il figlio maggiore Bridey, che nel carattere più rassomigliava all’odiata moglie.

Quando Lord Marchmain, “lasciando il luminoso cielo italiano”, “torna a casa per morire” e si trova sul letto di morte si scatena una violenta discussione tra Charles (agnostico), Julia e Bridey (credenti) sull’opportunità di far intervenire un sacerdote.

Alla fine Charles si ritroverà ai piedi del letto:
“Poi m’inginocchiai anch’io e pregai: “Dio, se c’è un Dio, perdona i suoi peccati, se c’è qualcosa che si chiami peccato” […] pregai più semplicemente Dio perdona i suoi peccati” e “Ti prego fa che accetti il tuo perdono” […] Il prete si tolse di tasca l’ampolla d’argento e parlò di nuovo in latino, toccando il morente con un batuffolo di cotone inumidito nell’olio; finì quello che aveva da fare, ripose l’ampolla e gli dette l’ultima benedizione. D’un tratto Lord Marchmain fece per portarsi la mano alla fronte; pensai che avesse sentito l’umido dell’olio e volesse toglierselo dalla pelle. “Oh Dio” pregai “non permettergli di farlo.” Ma quel timore era superfluo: la mano ricadde stancamente sul petto, poi sulla spalla, e Lord Marchmain fece il segno della croce.”

Ecco che vediamo Charles, lungo il cammino della conversione, salire i gradini della scala dell’amore in intensità e autenticità. Questi “amori” inferiori non sono solo una fase di passaggio ma si rivelano strumento provvidenziale per giungere all’amore di quel Dio che trae il bene anche dal male, in quanto il male assoluto non esiste, non vi è un concetto correlativo al sommo bene che è Dio. Il male è corruzione del bene, è un concetto negativo e relativo che include sempre delle “scintille” di verità.

Sebastian ed Aloysius
Charles è un bambino, affamato d’amore dal padre freddo e distante: “avevo vissuto un’infanzia solitaria e un’adolescenza costretta dalla guerra e offuscata dalle privazioni; alle dure costrizioni dell’adolescenza, alla prematura rigidità dei sistemi scolastici, si era aggiunto il mio carattere chiuso e melanconico”. Il primo gradino di questa scala mistica è l’amicizia con Sebastian, sebbene “le sue bizze figurassero nell’elenco dei peccati più grossi” comporta ancora una profonda immaturità: “era come se mi desse qualcosa che non avevo mai conosciuto, un’infanzia felice”. Sebastiano che teme di perdere la sua infanzia felice (simboleggiata dall’orsacchiotto chiamato Aloysius, come san Luigi Gonzaga, esempio di purezza) si rifugia nell’alcolismo. Così la sua paura di un amore adulto e della responsabilità se non distrugge l’amicizia con Charles finisce per limitarne lo scopo e la profondità. Charles successivamente dirà di Sebastian “fu il precursore”.

Bridey
L’amore di Charles per Julia è un amore più nobile ed elevato in ragione del fine rispetto a quello per Sebastian e pur tuttavia è un amore adultero per entrambi, come gli farà notare con scarsa delicatezza Bridey “vivevano nel peccato.”

Il dramma che si svolge intorno al letto di morte di Lord Marchmain fa si che entrambi comprendano come la loro unione, per quanto profonda, non realizza una nuova Arcadia, non è possibile sottrarsi alla verità dell’amore e alle sue leggi; decidono così di separarsi. Forme inferiori ed inautentiche di amore conducono ad amori più nobili e a confrontarsi - al letto di morte di Lord Marchmain – con l’Amore più alto e puro, quello per Dio che ci mostra in Cristo la verità sulla nostra identità e sul nostro amare.

Waugh critica il moderno sentimentalismo, ci dice che l’amore non è solo emozione o sentimento ma piuttosto un’interiore spinta spirituale alla comunione perché la natura umana è caratterizzata da un bisogno insopprimibile di un oggetto da amare proporzionato.

Charles in preghiera
Charles sale i gradini della sua ascesa spirituale partendo da Sebastiano attraverso Julia fino ad arrivare a Dio. Ogni amore inferiore ha un che di reale e di valido ma è al tempo stesso inadeguato: ognuno costituisce un mezzo che consente di andare al di là di se stesso verso un fine superiore, all’interno del misterioso disegno della divina provvidenza, come dirà Julia tutto fa “parte di un piano.”

La grande domanda di fronte a cui ci pone Ritorno a Brideshead è: la vita è una continua ricerca del piacere o piuttosto si tratta d’imparare ad amare? Weigel risponde dicendo che si tratta di un caloroso invito ad investire nell’amore. Certo si tratta di un investimento rischioso. Ma correre il rischio di amare qualche cosa che meriti veramente di essere amato, che sia degno del dono di sé è l’unico modo per soddisfare quel bisogno di comunione che è l’anima della nostra umanità.

Bibliografia
Patey, D. L. (1998). The life of Evelyn Waugh: a critical biography. Blackwell
Weigel, G. (2009) Lettere a un giovane cattolico. Rubettino

mercoledì 23 gennaio 2013

Uno strattone al filo


Padre Brown: 
«Egli mi ha fatto pescatore d’uomini. Sì, l’ho preso con un invisibile amo e con una invisibile lenza, che è lunga abbastanza per lasciarlo vagare sino ai confini del mondo e, tuttavia, per riportarlo indietro con una sola tirata del filo».

G. K. Chesterton, L'innocenza di padre Brown

Ne polluantur corpora


La tua mano, Dio onnipotente, è forse impotente a guarire tutte le debolezze della mia anima [Sal 102. 3; cf. Mt 4. 23], a estinguere con un fiotto più abbondante di grazia i miei moti lascivi anche nel sonno? 

Moltiplicherai vieppiù, Signore, i tuoi doni in me, affinché la mia anima, sciolta dal vischio della concupiscenza, mi segua fino a te; affinché non si ribelli a se stessa; affinché anche nel sonno non solo non commetta turpitudini così degradanti, ove immaginazioni bestiali scatenano gli umori della carne, ma neppure vi consenta.

Far sì che non vi provi alcuna attrazione, o così lieve da poterla comprimere col più lieve cenno della volontà, con la sola intenzione casta con cui ci si mette a letto in questa vita, e per di più a questa età, non è gran cosa per la tua onnipotenza: tu puoi superare quanto chiediamo e comprendiamo [Ef 3. 20]. 

Ora ho esposto al mio buon Signore, con esultanza e insieme apprensione [Sal 2. 11] per i tuoi doni, con lacrime per le mie imperfezioni, il punto ove mi trovo tuttora per questo aspetto del mio male.

Ma spero che tu perfezionerai in me le tue misericordie [Cf. Sal 102. 6], finché io abbia la pace piena, che possederà con te il mio essere interiore ed esteriore quando la morte sarà stata assorbita nella vittoria [1 Cor 15. 54].

Sant'Agostino Confessioni X.42

giovedì 17 gennaio 2013

Conseguenze del DISORDINE SESSUALE (di san Tommaso d’Aquino)

DISORDINE SESSUALE

San Tommaso d’Aquino, dice che il DISORDINE SESSUALE provoca danni alle facoltà mentali dell’uomo. Nella Summa Teologica, san Tommaso argomenta così:

"Poiché nella lussuria gli istinti del corpo lottano potentemente contro le facoltà dell’anima, quando gli istinti inferiori vincono, le facoltà superiori (la ragione e la volontà) restano molto scompigliate, e quindi ne derivano come figlie della lussuria la cecità di mente, la sconsideratezza, la precipitazione e l’incostanza nel giudizio (per quanto riguarda l’intelletto); l’attaccamento a sé stessi, l’odio di Dio, l’attaccamento per la vita presente e l’orrore per quella futura (per quanto riguarda la volontà)."

UN ANNO!

UN ANNO!
21 settembre 2010

Cari amici oggi compio un anno esatto di astinenza da rapporti omosessuali e mi sembra doveroso condividere con voi il raggiungimento di questo obiettivo.

Da quel 21 settembre ad oggi molto è cambiato nella mia vita. Forse il cambiamento più radicale che mi sia capitato di vivere.

Certo l’astinenza è un dato per certi versi confortante, ma avevo già vissuto periodi simili anche più lunghi, la differenza sostanziale è il cambiamento di atteggiamento e di prospettiva esistenziale.

Non più una semplice repressione di una pulsione che continuavo ad alimentare in maniera più o meno conscia quanto un atteggiamento attivo e propositivo per comprendere le ragioni profonde del mio malessere e superarle, dando così uno sfogo corretto e costruttivo al mio bisogno d’affetto e alla mia sensibilità un po’ esagerata.

Col tempo ho cominciato a scoprire la vera natura dei rapporti eterosessuali e -grazie a delle ragazze molto pazienti - comprendere il significato del ruolo che l’uomo deve giocare con la donna che ama. Grazie a queste relazioni affettive sono molto maturato psicologicamente ed ho acquistato stabilità emotiva e senso di responsabilità.


Certo ancora devo molto vigilare sui miei sensi (sia esterni che interni, come la fantasia), ma l’attrazione verso i ragazzi è molto meno forte di un tempo mentre quella –non solo psicologica- per le ragazze ha ormai il sopravvento, anche in termini di funzionalità organica.

Devo ancora lavorare sul mio carattere ancora un po’ timoroso e scarsamente empatico nei rapporti interpersonali, ma sono atteggiamenti autodifensivi consolidatisi nel tempo e tempo ci vorrà per smantellarli completamente.

Contemporaneamente la vita di fede (specialmente la preghiera) è diventata molto più intensa e viva sostenendomi nel cammino.

[...] un pensiero particolare poi a quanti ragazzi e ragazze hanno interagito con me sul blog o attraverso la mail privata.

Un abbraccio a tutti e coraggio

IN CAMMINO

In Cammino

"Quando un uomo o una donna ricadono nel comportamento omosessuale, non significa necessariamente che non desiderano aiuto o che non desiderano cambiare, non significa che non si siano pentiti, significa che sono IN CAMMINO / Cadiamo! E poi Dio ci raccoglie e ci dice 'Continua a camminare' /Poi andiamo a sbattere contro un muro e cadiamo di nuovo/ Ma arriva Gesù e ci fa rialzare..."
Janelle Hallman

Dio ha messo la felicità dappertutto (di C. J. McCandless)

C. J. McCandless
Ma ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque, in tutto ciò in cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di guardare le cose. (C. J. McCandless)

DUE ANNI!

DUE ANNI!
21 settembre 2011


Ciao, mi chiamo Alberto sono una PERSONA con pulsioni omosessuali, da due anni ho intrapreso un percorso di ridefinizione della mia personalità, da allora non ho più rapporti sessuali con altri ragazzi e sono FELICE!

"CAMBIARE le proprie abitudini non è facile. L'abitudine e la routine possiedono una propria forza d'inerzia, che ci spinge avanti nel continuare a fare ciò che stavamo già facendo.Il cambiamento richiede un lavoro di PREPARAZIONE. E' necessario rendersi conto di aver PERSO IL CONTROLLO, di esser diventati animali abitudinari e di essersi lasciati dominare da tali abitudini. Per cambiare dobbiamo accettare un AIUTO ESTERNO. Infine, per cambiare abitudini c'é bisogno di cambiamenti in ALTRI ASPETTI della propria personalità." (A. Twerski: Sveglia, Charlie Brown! p. 65)

Con questa nota voglio ricapitolare, innanzitutto per me stesso, questi ultimi due anni. Dopo un inizio brillante e pieno di speranze, alcuni elementi che ritenevo secondari, come la mia scarsa morigeratezza nella vita notturna, l'alcool che tornava prepotentemente ad assumere un posto troppo importante nella mia vita, una vita spirituale inconstante e l'immortificazione dei miei difetti di carattere (a cominciare da un radicato orgoglio) mi hanno lentamente riportato indietro fino a sfiorare la ricaduta, evitata solo grazie alla preghiera ed all'aiuto esterno.Quest'esperienza "drammatica" mi ha costretto a riconsiderare la strada percorsa fino a quel momento e gli errori evidentemente compiuti. Innanzitutto NESSUNO SI SALVA DA SOLO.

Avevo ed ho bisogno di una comunità, di un gruppo di supporto: in Italia non esiste nulla di specifico come Courage International allora mi sono rivolto al CodA (un gruppo di autoaiuto per le dipendenze emotive basato sui 12 passi di Alcolisti Anonimi, presente nel nostro paese) e li ho trovato persone in cui potermi "specchiare", un gruppo di emotivamente pari. Un altro aspetto fondamentale è stato quello di raggiungere una "sobrietà" complessiva: ho smesso di bere e fumare, frequento regolarmente i sacramenti. Astenersi dal sesso con altri uomini non mi è bastato, le mie pulsioni sono solo un aspetto della mia personalità infantile e narcisista, è questa che deve cambiare radicalmente, stò provando a maturare, a crescere, a liberarmi dei tanti difetti del mio carattere.Un grazie particolare a tutti coloro ragazzi e ragazze, etero, omo, bisex, credenti e non che mi hanno dimostrato il loro affetto e mi hanno aiutato in questa fase così difficile della mia vita.Insieme possiamo farcela: CORAGGIO!

LE 12 PROMESSE (di AA)


Se ci sforzeremo di fare bene ciò che è richiesto in questo periodo del nostro lavoro, ci meraviglieremo scoprendo di aver completato la metà della nostra opera. 


1. Conosceremo una nuova libertà e una nuova felicità. 
2. Non ci affliggeremo del passato, ma ci impegneremo a non dimenticarlo mai.
3. Capiremo cosa significhi la parola serenità
4. Conosceremo la pace.    
5. Poco importa a quale grado di abiezione siamo scesi, constateremo come la nostra esperienza possa giovare agli altri.
6. Scomparirà ogni idea dell’inutilità della nostra vita e così pure ogni forma di commiserazione di noi stessi.
7. Perderemo l’interesse per nostri capricci e ci dedicheremo al servizio degli altri.
8. L’egoismo scomparirà.
9. Le nostre idee sulla vita cambieranno come dal giorno alla notte.
10. La paura delle persone e la paura dell’insicurezza economica ci abbandoneranno. 
11. Intuiremo come dovremo comportarci di fronte a delle situazioni che di solito ci sconcertavano. 
12. Ci renderemo conto tutto ad un tratto che Dio fa per noi ciò che noi non riuscivamo a fare da soli.

Noi non pensiamo che si tratti di promesse stravaganti. Si realizzano in mezzo a noi, ora rapidamente , ora lentamente. Siamo certi che si attuano, se ci impegniamo alla loro realizzazione.                    
(Tratto da "Alcolisti Anonimi " - Capitolo VI)

DIPENDENZA PSICOFISICA

Dipendenze senza sostanze

La Dipendenza (Dipendenze e Nuove Dipendenze / Dipendenze da sostanze e Dipendenze senza sostanze)

La Dipendenza è caratterizzata dal bisogno assoluto ed irrefrenabile, di tipo psicologico e/o fisiologico, di una certa situazione, oggetto o sostanza.

I sintomi tipici possono essere allora sia di tipo psico-cognitivo, che fisiologico e comportamentale; inoltre la Dipendenza comporta problematiche sempre più serie e cronicizzanti a livello sociale, lavorativo, familiare ed affettivo, ovvero in tutte le parti vitali dell'esistenza della persona.

La Dipendenza può instaurarsi sia con l'abuso di una certa sostanza psicoattiva, che con quello di una certa situazione e quindi senza che vi sia una specifica molecola chimica alla sua base.

In tal modo il quadro sintomatologico della  Dipendenza può gradualmente e dannosamente verificarsi con ad esempio l'utilizzo eccessivo di alcol, eroina, nicotina, etc., ma anche di internet, del gioco, del sesso, del lavoro, dell'attività fisica, etc.

La Dipendenza, al di là della situazione, oggetto, sostanza, etc. che la provoca, si connota sempre con le seguenti caratteristiche:

- continua ricerca della sostanza o situazione (Craving) con perdita di gestione sul pensiero e sul comportamento indirizzati unicamente verso tale spasmodica ricerca;
- perdita progressiva del controllo sull'utilizzo di ciò che provoca Dipendenza;
- necessità di aumentare la dose quantitativa o spazio-temporale per ottenere il medesimo effetto provato precedentemente (Tolleranza o Assuefazione);
- presenza di Astinenza più o meno grave nel caso in cui venga sospeso l'utilizzo di ciò che provoca Dipendenza;
- compromissione sempre più grave dei molteplici contesti vitali come quello sociale, lavorativo, familiare, affettivo, etc.

Il tempo e le energie psicologiche e fisiche vengono dunque sempre più utilizzate nella ricerca e nell'utilizzo della sostanza o di una certa situazione.

Tale ricerca ed utilizzo aumentano progressivamente fino a diventare compulsione e ad assumere livelli sempre più alti e pericolosi di ansia e stress. Le varie sfere che compongono la vita dell'individuo vengono allora man mano trascurate e gradualmente compromesse.

Chi è afflitto da Dipendenza non riesce più allora ad avere il controllo sui propri impulsi psico-fisici raggiungendo certi sintomi e conseguenze come:

- discontrollo sui pensieri e sui comportamenti;
- continui pensieri sulla sostanza e/o sulle modalità con le quali procurarsela;
- elevati livelli di ansia;
- depressione e/o altri disturbi dell’umore;
- impulsività ed aggressività;
- senso di colpa, di vergogna e abbassamento dell’autostima;
- ossessioni e compulsioni;
- problemi del sonno;
- problemi di concentrazione, attenzione e memoria;
- forte dispendio economico (per tutto ciò che concerne la ricerca e l'utilizzo della sostanza o di una certa situazione);
- seri problemi nei rapporti interpersonali (alcune volte con la loro perdita);
- seri problemi nel lavoro (alcune volte con la sua perdita);
- isolamento;

Questi sintomi generano e tenegono attivo un circolo sempre più vizioso in cui pensieri e comportamenti verso la Dipendenza provocano tensione, ansia, rabbia, stress, colpa, le quali a loro volta innescano ulteriori impulsi ed atteggiamenti di Dipendenza.
  
Alcune volte purtroppo la persona afflitta da Dipendenza può mettere a rischio la propria libertà, sicurezza ed incolumità, così come quella delle altre persone, pur di assecondare la propria dipendenza.Tratto da:http://www.cpsico.com/dipendenza_dipendenze_nuova_dipendenza_nuove_dipendenze_dipendente_dipendenti.htm

Supplica a mia madre ( di Pierpaolo Pasolini)

Supplica a mia madre di Pierpaolo Pasolini

E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.

Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

IL CORAGGIO DI ESSERE CASTI

The Courage to be Chaste
La castità è una virtù molto derisa e trascurata nei nostri tempi di sconvolgimenti e di sperimentazione sociale. Eppure, per un numero crescente di persone, la castità è un'attraente alternativa ad una vita di mollezza e di indegnità. In questo libro, Benedict J. Groeschel attinge alla sua vasta esperienza come psicologo e pastore di anime e offre una guida pratica per quei cristiani che cercano di condurre una vita casta da soli. Per coloro che sono single, vedovi, religiosi o di orientamento omosessuale, questo libro offre una guida comprensiva ed un sostegno. Nell'introduzione a questo libro la Dr. Susan A. Muto scrive di p. Groeschel: "Egli mette in guardia da un approccio triste ed autocommiserante alla vita da soli che potrebbe purtroppo spingere a cercare sollievo in relazioni deresponsabilizzate ed immorali. Giustamente, vede la vita di castità, come dinamica, auto-donante, coraggiosa ".

GUARIRO’ MAI VERAMENTE?

Love in Action

Se stai lottando contro il peccato sessuale o una relazione disordinata, potresti aver già pregato molte volte Dio di guarirti. Se la tua lotta è solo proseguita o divenuta più dura dopo tali preghiere, potresti essere tentato di concludere che Dio ti ha abbandonato o che non ti ama. Ma che cosa significa la parola "guarire" per te? Vuol dire che non sarai mai più tentato di cadere nel peccato sessuale e in relazioni disordinate? La Bibbia insegna che sperimenteremo la tentazione finché viviamo sulla terra (Luca 17:1a) e che Dio promette di aiutarci ad affrontare le tentazioni con successo quando si presentano, non che Egli le rimuoverà completamente (I Corinzi 10:12-14 ). Inoltre, passi come Ebrei capitolo 12 suggeriscono che le tentazioni e le prove sono uno dei principali strumenti di Dio per farci crescere e rafforzare.

Va da sé che alcune persone sono più tentate rispetto ad altre in certe materie. In realtà, la tentazione del peccato sessuale può essere particolarmente persistente, in quanto le prime esperienze sessuali restano impresse profondamente nella nostra mente. (1)

Quindi è certo che non possiamo evitare di sperimentare la tentazione, e non possiamo scegliere il modo in cui siamo tentati. Tuttavia ci sono sicuramente cose che facciamo che possono peggiorare le nostre tentazioni. Guardare materiale  pornografico, per esempio, aumenta la frequenza ed intensità della tentazione sessuale e rende più probabile il  progresso del peccato sessuale con altre persone. (2)

Per qualcuno che ha alimentato la tentazione sessuale con l’uso di pornografia per, diciamo, 10 anni o più, è realistico aspettarci che Dio cancelli gli effetti di tali scelte nel corso di una notte? Lui è ovviamente abbastanza potente da farlo. Ma nel campo della guarigione dal peccato sessuale e relazionale, è molto più frequente che Dio conceda a chi lotta il sostegno di cui hanno bisogno ogni giorno che avanzano in un processo di guarigione lungo molti mesi o addirittura anni. (3)

Nel corso del tempo, nella misura in cui  tutti i giorni ci sottomettiamo a Dio e sviluppiamo nuovi comportamenti sani, scopriamo che i vecchi e malsani modelli di pensare diminuiscono. (4)

La guarigione può non essere mai completa fino al paradiso, ma una cosa che tutti coloro che lottano possono ottenere immediatamente nel loro cammino di guarigione è la pace di Dio che viene dopo aver confessato il peccato con contrizione e la gioia e la speranza trovate in un rapporto con Gesù Cristo. Quando questo rapporto e la pace, gioia e speranza che ne conseguono divengono i principi ispiratori della vita di un lottatore, allora non c'è sfida grande o piccola che questi non riesca ad affrontare, con l'aiuto di Dio! (5)
[...]

1 Patrick Carnes, Out of the Shadows: Understanding Sexual Addiction (Hazelden, 2001) 88.
2 Patrick J. Carnes, David L. Delmonico, Elizabeth Griffin, Joseph M. Moriarity, In the Shadows of the Net: Breaking Free from Compulsive Online Sexual Behavior (Hazelden, 2007) 126.
3 Mark R. Laaser, Healing the Wounds of Sexual Addiction (Zondervan, 2004) 121-139.
ibid., 124, 132-133.
5 Mark Laaser, L.I.F.E. Guide for Men (Xulon Press, 2002) 141.

TRADUZIONE LIBERA E NON AUTORIZZATA TRATTA DA:

RATZINGER: UN OGGETTIVO DISORDINE DELLO STRUTTURARSI DELL'ESISTENZA UMANA

Benedetto XVI


«Il concetto di discriminazione viene sempre più allargato, e così il divieto di discriminazione può trasformarsi sempre di più in una limitazione della libertà di opinione e della libertà religiosa. Ben presto non si potrà più affermare che l’omosessualità, come insegna la Chiesa cattolica, costituisce un oggettivo disordine nello strutturarsi dell’esistenza umana»

Cardinal Joseph Ratzinger


CHE COSA DEVE FARE DUNQUE UNA PERSONA OMOSESSUALE, CHE CERCA DI SEGUIRE IL SIGNORE?


Che cosa deve fare dunque una persona omosessuale, che cerca di seguire il Signore? Sostanzialmente, queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, unendo ogni sofferenza e difficoltà che possano sperimentare a motivo della loro condizione, al sacrificio della croce del Signore. Per il credente, la croce è un sacrificio fruttuoso, poiché da quella morte provengono la vita e la redenzione. Anche se ogni invito a portare la croce o intendere in tal modo la sofferenza dei cristiano sarà prevedibilmente deriso da qualcuno, si dovrebbe ricordare che questa è la via della salvezza per tutti coloro che sono seguaci di Cristo.

In realtà questo non è altro che l'insegnamento rivolto dall'apostolo Paolo ai Galati, quando egli dice che lo Spirito produce nella vita del fedele: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé" e più oltre: "Non potete appartenere a Cristo senza crocifiggere la carne con le sue passioni e i suoi desideri" (Gal 5, 22.24).

Tuttavia facilmente questo invito viene male interpretato, se è considerato solo come un inutile sforzo di autorinnegamento. La croce è sì un rinnegamento di sé, ma nell'abbandono alla volontà di quel Dio che dalla morte trae fuori la vita e abilita coloro, che pongono in lui la loro fiducia, a praticare la virtù invece del vizio.

Si celebra veramente il MISTERO PASQUALE solo se si lascia che esso permei il tessuto della vita quotidiana. Rifiutare il sacrificio della propria volontà nell'obbedienza alla volontà del Signore è di fatto porre ostacolo alla salvezza. Proprio come la croce è il centro della manifestazione dell'amore redentivo di Dio per noi in Gesù, così la conformità dell'autorinnegamento di uomini e donne omosessuali con il sacrificio del Signore costituirà per loro una fonte di autodonazione che li salverà da una forma di vita che minaccia continuamente di distruggerli.

Le persone omosessuali sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la CASTITA' Se si dedicano con assiduità a comprendere la natura della chiamata personale di Dio nei loro confronti, esse saranno in grado di celebrare più fedelmente il sacramento della Penitenza, e di ricevere a grazia del Signore, in esso cosi generosamente offerta, per potersi convertire più pienamente alla sua sequela.

Congregazione per la Dottrina della Fede: Lettera De pastorali personarum homosexualium cura, sulla Cura pastorale delle persone omossessuali (1 ottobre 1986) §12

ANCHE LE PERSONE OMOSESSUALI SONO CHIAMATE ALLA CASTITA'


CCC § 2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla CASTITA'. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'AMICIZIA DISINTERESSATA, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

COME POTEVA DIO CERCARE I GIUSTI A SODOMA, SE LA NATURA STESSA LI FACEVA TALI? (di Sant'Agostino d'Ippona)

"Come poteva Dio cercare i giusti a Sodoma [Gen 18,26], se la natura stessa li faceva tali?"

Poni questo interrogativo come se dicessimo che la natura più eccellente della mente non sia in grado di frenare la concupiscenza della carne. Al contrario noi sosteniamo che la concupiscenza è un male al punto che deve essere vinta nello scontro, fino a che, al pari di una ferita nel corpo, non venga perfettamente sanata dalla cura.

Sant'Agostino - Contro Giuliano - Libro III, 20. 39

LA FORZA INFATTI SI MANIFESTA PIENAMENTE NELLA DEBOLEZZA


Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
2 Cor 12,7-10

SESSUALITA' UMANA: VERITA' E SIGNIFICATO

Sessualità umana: verità e significato

Una particolare problematica, che può manifestarsi nel processo di maturazione-identificazione sessuale, è quella della omosessualità, che d'altronde si diffonde sempre più nelle culture urbanizzate.

E necessario che questo fenomeno venga presentato con equilibrio di giudizio, alla luce dei documenti della Chiesa.

I giovani richiedono di essere aiutati a distinguere i concetti di normalità e di anomalia, di colpa soggettiva e di disordine oggettivo, evitando di indurre ostilità, e d'altro canto chiarendo bene l'orientamento strutturale e complementare della sessualità in relazione alla realtà del matrimonio, della procreazione e della castità cristiana. «L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile».

Bisogna distinguere la tendenza che può essere innata e gli atti di omosessualità che «sono intrinsecamente disordinati»  e contrari alla legge naturale.

Molti casi, specialmente quando la pratica di atti omosessuali non si è strutturata, possono giovarsi positivamente di un'appropriata terapia. In ogni modo, le persone che sono in questa condizione devono essere accolte con rispetto, dignità e delicatezza, evitando ogni forma di ingiusta discriminazione. I genitori, da parte loro, quando avvertissero nei figli, in età infantile o adolescenziale, l'apparire di tale tendenza o dei relativi comportamenti, si facciano aiutare da persone esperte e qualificate per portare tutto l'aiuto possibile.

Per la maggior parte delle persone omosessuali, tale condizione costituisce una prova. «Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
«Le persone omosessuali sono chiamate alla castità».

Sessualità umana: verità e significato. Orientamenti educativi in famiglia - Pontificio Consiglio per la Famiglia 1995 §104

LA VOCAZIONE ALLA CASTITA' nel Catechismo (CCC)

La vocazione alla castità

La vocazione alla castità
2337 La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l'unità interiore dell'uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità, nella quale si manifesta l'appartenenza dell'uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell'uomo e della donna.
La virtù della castità, quindi, comporta l'integrità della persona e l'integralità del dono.
L'integrità della persona
2338 La persona casta conserva l'integrità delle forze di vita e di amore che sono in lei. Tale integrità assicura l'unità della persona e si oppone a ogni comportamento che la ferirebbe. Non tollera né doppiezza di vita, né doppiezza di linguaggio. 223
2339 La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. 224 ”La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l'uomo ottiene tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù delle passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti”. 225
2340 Colui che vuole restare fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un'ascesi adatta alle situazioni in cui viene a trovarsi, l'obbedienza ai divini comandamenti, l'esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera. “La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quell'unità, che abbiamo perduto disperdendoci nel molteplice”. 226
2341 La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana.
2342 Il dominio di sé è un'opera di lungo respiro. Non lo si potrà mai ritenere acquisito una volta per tutte. Suppone un impegno da ricominciare ad ogni età della vita. 227 Lo sforzo richiesto può essere maggiore in certi periodi, quelli, per esempio, in cui si forma la personalità, l'infanzia e l'adolescenza.
2343 La castità conosce leggi di crescita, la quale passa attraverso tappe segnate dall'imperfezione e assai spesso dal peccato. L'uomo virtuoso e casto “si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita”. 228
2344 La castità rappresenta un impegno eminentemente personale; implica anche uno sforzo culturale, poiché “il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società [sono] tra loro interdipendenti”. 229 La castità suppone il rispetto dei diritti della persona, in particolare quello di ricevere un'informazione ed un'educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana.
2345 La castità è una virtù morale. Essa è anche un dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito.230 Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo 231 a colui che è stato rigenerato dall'acqua del Battesimo.
L'integralità del dono di sé
2346 La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé. La castità rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio.
2347 La virtù della castità si dispiega nell'amicizia. Indica al discepolo come seguire ed imitare colui che ci ha scelti come suoi amici, 232 si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della sua condizione divina. La castità è promessa di immortalità.
La castità si esprime particolarmente nell'amicizia per il prossimo. Coltivata tra persone del medesimo sesso o di sesso diverso, l'amicizia costituisce un gran bene per tutti. Conduce alla comunione spirituale.
Le diverse forme della castità
2348 Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è rivestito di Cristo, 233 modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità.
2349 ”La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi”. 234 Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza:
“Ci sono tre forme della virtù di castità: quella degli sposi, quella della vedovanza, infine quella della verginità. Non lodiamo l'una escludendo le altre. [...] Sotto questo aspetto, la disciplina della Chiesa è ricca”. 235
2350 I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l'un l'altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell'amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità.
Le offese alla castità
2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
2352 Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. “Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato”. “Qualunque ne sia il motivo, l'uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità”. Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della “relazione sessuale richiesta dall'ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana”. 236
Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l'azione pastorale, si terrà conto dell'immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d'angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale.
2353 La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani.
2354 La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo e reciproco degli sposi. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici.
2355 La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. 237 La prostituzione costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini, bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia l'imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale.
2356 Lo stupro indica l'entrata con forza, mediante violenza, nell'intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità. Lo stupro lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto, alla libertà, all'integrità fisica e morale. Arreca un grave danno, che può segnare la vittima per tutta la vita. È sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti (incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati.
(223) Cf Mt 5,37.
(224) Cf Sir 1,22.
(225)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 17: AAS 58 (1966) 1037-1038.
(226)Sant'Agostino, Confessiones, 10, 29, 40: CCL 27, 176 (PL 32, 796).
(227) Cf Tt 2,1-6.
(228)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 34: AAS 74 (1982) 123.
(229)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 25: AAS 58 (1966) 1045.
(230) Cf Gal 5,22-23.
(231) Cf 1 Gv 3,3.
(232) Cf Gv 15,15.
(233) Cf Gal 3,27.
(234)Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 11: AAS 68 (1976) 90-91.
(235)Sant'Ambrogio, De viduis 23: Sancti Ambrosii Episcopi Mediolanensis opera, v. 141 (Milano-Roma 1989) p. 266 (PL 16, 241-242).
(236) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 9: AAS 68 (1976) 86.
(237) Cf 1 Cor 6,15-20.