martedì 15 gennaio 2013

Crescere per essere responsabile

Dio li creò maschio e femmina

Dal Vangelo di oggi (Marco 10,2-16) ... Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola ... Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

Anche oggi mi sembra di trovare uno spunto di riflessione circa la mia condizione omosessuale nelle parole del Vangelo. La mia dipendenza psicologica da mia madre, il voler continuare ad essere oggetto di cura è parte del mio infantilismo, del mio NON riconoscermi capace di responsabilità, del senso d'inadeguatezza alla vita che mi rende più difficile ogni cosa.

Il CORAGGIO di essere maschio -come Dio mi ha creato- sta anche nell'accettare di crescere, di non essere più bisognoso della cura amorevole dei genitori e di essere in grado non solo di prendermi cura di me ma che posso addirittura prendermi cura di qualcun altro.

Posso essere finalmente responsabile, sono capace di esserlo, sono chiamato ad esserlo. Lo sono nella mia imperfezione, ma non devo avere PAURA perché Dio continuerà sempre a prendersi cura di me meglio di quanto chiunque potrà mai fare.

Un ultima parola sul mio prendermi cura degli altri, la mia "naturale" tendenza al controllo ed alla manipolazione mi spinge a dare attenzione ad un'altra persona per vincolarla/obbligarla psicologicamente nei miei confronti. Questo non è prendersi cura di un altro, questo è un affetto disordinato che devo mortificare/purificare.

Quando mi accorgo di questa tendenza mi pongo difronte agli occhi il crocifisso mentre mi dice: "sono miei figli" e cerco di lasciarmi prendere spiritualmente fra le Sue braccia perché ponga le mani sopra di me e mi benedica. In Lui la mia unica vera consolazione, negli occhi dei suoi figli il Suo sguardo su di me.

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