giovedì 17 gennaio 2013

La resistenza al cambiamento


La resistenza al cambiamento

“Molti di noi si aggrappano alle paure, ai dubbi, al rancore, all’odio verso sé stessi, poiché vi è una specie didistorta sicurezza nella familiarità col dolore. Sembra più sicuro restare aggrappati a ciò che conosciamo piuttosto che mollare e muoverci verso l’ignoto”
Testo base NA pag. 39

Spesso abbiamo sentito dire che “quando il dolore di rimanere gli stessi diventa più grande del dolore del cambiamento, allora cambiamo”.

La paura ci può tenere lontani dal crescere, timorosi di rompere le relazioni umane, timorosi di cambiare attività, di andare a nuove riunioni, di cominciare nuove amicizie o di intraprendere qualcosa al di fuori del nostro ordinario.

Restiamo in situazioni che non possono più funzionare per la sola ragione che quello che ci è familiare ci sembra più sicuro di quello che non conosciamo.

Ogni cambiamento produce paura. “Che ne sarà di me se sarò solo per sempre?” potremmo pensare se prendiamo in considerazione di lasciare l’amante.

“Che fare se salta fuori che sono un incompetente?” ci chiediamo se programmiamo di cambiare attività. Possiamo trascurare le riunioni perché abbiamo degli obiettivi che crediamo più importanti.

La mente riesce a produrre centinaia di scuse per farci restare esattamente dove ci troviamo, paurosi di provare qualcosa di nuovo.

Vediamo che la maggior parte del dolore non deriva dal cambiamento, ma dalla resistenza al cambiamento. In NA impariamo che cambiare significa progredire nella vita.

Nuovi amici, nuove relazioni, nuovi interessi e nuove sfide sostituiranno quelle vecchie. Con tutte queste cose nuove nella vita, troviamo nuove gioie e nuovi amori.

Solo per oggi: Abbandonerò il vecchio, abbraccerò il nuovo e crescerò.

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