giovedì 14 gennaio 2016

Lobby gay in Vaticano? Il Cardinale conferma

Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga
ROMA, 14 gennaio 2016 - Il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e coordinatore del C-9, il consiglio dei Cardinali che Papa Francesco ha chiamato a studiare un progetto di riforma della Curia romana, ha affermato che esiste una lobby gay in Vaticano. In un'intervista ha riconosciuto che il Papa ne è cosciente e sta prendendo i provvedimenti necessari per risolvere il problema, e che l'insegnamento della Chiesa cattolica in materia non cambierà.

Alla domanda del quotidiano Hondureno El Heraldo se "in qualche momento ci sia stato il tentativo o se si sia effettivamente concretizzata una infiltrazione della comunità gay in Vaticano",  il Cardinale ha risposto: "Non solo, anche il Santo Padre lo ha detto, si è arrivati anche all'esistenza di una lobby. Poco a poco il Santo Padre tenta di purificare, sono fatti... uno li capisce e vi è la legislazione per occuparsene pastoralmente, ma ciò che è sbagliato non può essere la verità".

Il tema della lobby gay sarebbe già stato toccato dal Papa in occasione di un'udienza privata con i rappresentati della Confederazione latinoamericana e dei Caraibi dei religiosi e delle religiose (Clar), il 6 giugno 2013, secondo quanto riportato - senza conferma ufficiale della Santa Sede - da un quotidiano cileno (Clarin) il Papa avrebbe detto che  "in Vaticano c'è una potente lobby gay".

Facendo riferimento all'intervista rilasciata sull'aereo che riportava il Papa in Italia dopo la GMG di Rio (giugno 2013), quando Francesco pronunciò la celebre frase: "Se una persona è gay e cerca il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicarlo?" il Cardinale ha detto: "Quando il Papa parlò dei gruppi gay e di lesbiche, essi pensarono che il Papa stesse prendendo in considerazione la possibilità che la Chiesa avrebbe avallato il matrimonio tra persone dello stesso sesso" e ha poi aggiunto "No, dobbiamo capire che vi sono cose che possono essere riformate ed altre no. La legge naturale non si può riformare. Noi osserviamo come Dio ha progettato il corpo umano, il corpo dell'uomo e quello della donna per complementarsi e trasmettere la vita, il contrario non farebbe parte del piano della creazione, vi sono cose sulle quali non si può cambiare".

Smentendo definitivamente le illazioni di certa stampa in merito alla riforma in corso, il Cardinale aggiunge: "Non grandi cose, non aspettiamoci (cambiamenti) dalla dottrina della Chiesa, non vi sono riforme, la riforma è nell'organizzazione della curia".

Questa lobby, particolarmente attiva durante l'ultimo sinodo dei vescovi e finanziata con centinaia di migliaia di dollari da alcune fondazioni americane per fare pressione sulla Chiesa cattolica al fine di alterarne l'insegnamento, non è una novità.

Già 30 anni fà, Benedetto XVI, da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, aveva messo in guardia con estrema lucidità dai pericoli che questa lobby rappresenta per la Chiesa e le stesse persone omosessuali, con queste parole che oggi suonano profetiche:

"Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del Cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l'omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell'omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.

La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento. Essa si preoccupa sinceramente anche dei molti che non si sentono rappresentati dai movimenti pro-omosessuali, e di quelli che potrebbero essere tentati di credere alla loro ingannevole propaganda. Essa è consapevole che l'opinione, secondo la quale l'attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l'espressione sessuale dell'amore coniugale, ha un'incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo".



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