Philippe Ariño |
Che Philippe Ariño sia un tipo decisamente controcorrente è un dato di fatto. Francese, nato nel 1980 da una famiglia profondamente cattolica, professore di spagnolo, saggista, blogger, omosessuale dichiarato da quando aveva 17 anni: fin qui la sua biografia non sembrerebbe diversa da quella di altri suoi coetanei, se non fosse che, due anni fa, Philippe lascia il compagno con cui stava dal 2009. “Da allora ho abbracciato la via della continenza che la Chiesa chiede alle persone omosessuali", racconta senza giri di parole in un mondo “sessocentrico” in cui i vocaboli “astinenza” e “castità” appaiono relitti di un passato morto e sepolto alla maggior parte delle persone, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale. Nel suo blog L'Araignée du desert, il “ragno del deserto” ci tiene a precisare di non voler essere etichettato con “un ex gay” come il “Luca era gay e adesso sta con lei” cantato da un discutibile Povia, ma semplicemente come una persona che si è sentita pienamente accolta per quello che è. Un semplice “ragno”, potrebbe dire qualcuno, per tornare alla metafora del titolo, ma un ragno amato.
In
molti accusano la Chiesa di essere “omofoba” mentre tu dici di esserti sentito
accolto e di aver voluto addirittura intraprendere il cammino della continenza.
Perché?
Prima di iniziare il percorso che propone la Chiesa non ero felice, e vedevo
che non lo erano nemmeno molte delle persone che mi stavano intorno e ho
deciso, per la prima volta, di obbedire a quello che la Chiesa chiede alle
persone omosessuali. Da quel momento ho scoperto non solo un'unità che non
avevo mai avuto prima, ma soprattutto mi sono sentito amato senza dover
rinnegare quello che sono.
Quindi
non hai dovuto cambiare per essere accolto?
No, mi è
bastato fidarmi della Chiesa e questa cosa mi ha -paradossalmente- permesso di
accettarmi come pienamente omosessuale: non ha cancellato quello che sono, ma
lo ha esaltato.
In
che modo?
Ho capito che
la mia vera identità è quella di uomo e di figlio di Dio, e questo è
l'essenziale, poi viene il mio desiderio affettivo, che non nego, perché
esiste, ma la Chiesa, dividendolo dalla pratica, lo riconosce e non mi forza a
rinnegarlo. Ma non è più il fulcro attorno al quale ruota la mia vita: per la
prima volta mi sono sentito veramente felice e responsabile.
Quindi
hai visto un cambiamento reale nella tua vita?
Sì, ho visto
in me un'esplosione di vita: nelle amicizie, nei rapporti e nella spiritualità
ma persino a livello artistico e professionale. Mi sono accorto che quando una
persona si riduce a identificarsi nel suo desiderio omosessuale si annienta,
allontanandosi da se stesso e dagli altri, mentre la continenza permette di
essere pienamente me stesso ma al contempo libero dalla violenza e dalla
schiavitù della pratica fisica.
Perché
dici che mettere in pratica l'omosessualità sia qualcosa di violento?
La pratica
omosessuale è violenta perché annulla completamente la differenza oggettiva tra
i sessi che invece la Chiesa è ormai l'unica a far notare. Tutto il dibattito
in materia, da sempre, è incentrato sulla dicotomia omosessuale-eterosessuale
ma in questo modo si distoglie lo sguardo dal dato principale: prima deve
esserci il fatto di essere uomo o donna, una diversità indiscutibile tra corpi,
poi l'orientamento sessuale.
La
legge da poco approvata in Francia che equipara i matrimoni tra uomo e donna a
quelli tra persone dello stesso sesso dimentica le differenze di cui parli.
Certo: i
politici hanno cavalcato il fatto che la gente non sappia abbastanza in materia
di omosessualità per fare dei diritti dei gay la loro bandiera, in modo da
ingraziarsi una fetta dell'elettorato. Ma la legge di Hollande è in realtà
violentissima, perché banalizza la differenza tra i sessi mettendo tutte le
coppie allo stesso livello.
In
che senso dici che è una legge “banalizzante”?
Paradossalmente,
la legge contro l'omofobia per eccellenza è la più omofoba di tutte: è come se
fosse un “contentino” per le coppie omosessuali che ora possono scimmiottare qualcosa
che loro, per natura, non potranno mai essere. È una sorta di presa in giro che
aggiunge una lacerazione alla ferita di quanti vivono con coscienza la loro
vita e, infatti, al di là della apparenze, non sono pochi dal fronte Lgbt che
non hanno preso bene la notizia.
Lo
stesso ragionamento pensi possa valere per l'America, dove la legislazione ha
aperto ai matrimoni per tutti?
Esattamente.
Nell'ossessione di equiparare i diritti, si è cancellato con un colpo di spugna
ciò che non potrà mai essere uguale. Il risultato sarà solo confusione, nella
quale l'unica visione corretta delle cose è quella fornita dalla Chiesa, che
trascende il concetto di orientamento sessuale e va dritto all'essenziale, cioè
all'essere maschio o femmina.
(Maddalena
Boschetto)
martedì 16 luglio 2013
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