Eppure ad un certo punto della mia storia - e non esattamente secondo la mia volontà - sono finito anche in televisione!
È stata una prova terribile per me che ho sempre trattato gli aspetti della mia sessualità in modo molto riservato, potrei dire quasi che è stata una forma di violenza. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Dopo un primo istante di smarrimento, e perché no, anche di paura, ho offerto subito al Signore quella mia sofferenza e quel dono è stato fecondo. Da quel momento non ho avuto più remore a donarmi negli incontri pubblici, con testimonianze e conferenze. Questo ha moltiplicato il messaggio di speranza che c'è vita al di là dell'omosessualità e che vita! Moltissime sono le persone che ho conosciuto e la condivisione delle loro esperienze - di cui sono grato- è stata una ricchezza che ha contribuito grandemente non solo alla mia sobrietà ma anche alla mia crescita nel dono di sé: il vero amore.
Parlare in pubblico o con sconosciuti di aspetti così personali è stata una bella "scartavetrata" per il mio ego che mi ha cambiato in meglio. Gli amici mi vedono sereno, sempre più assertivo, consapevole e spirituale. Questo non significa che i miei difetti di carattere siano scomparsi ma c'è stato un apprezzabile incremento qualitativo della mia vita, soprattutto vorrei dire che sono cresciuto nell'amore di me stesso e nella pace interiore.
Il segno più concreto di questo cambiamento è il desiderio di uscire da me per andare verso gli altri, il bisogno che sento di trascendermi per realizzarmi, una necessità impellente che si oppone in modo diametralmente opposto a quel ripiegamento su me stesso che "puzza" di morte: da solo non mi basto.
Ma come fare? I miei ritmi di vita sono radicalmente cambiati negli ultimi tempi, ho molte meno occasioni d'incontrare altre persone con attrazione per lo stesso sesso. Non riesco più a dedicarmi al volontariato, viaggiare e anche scrivere queste brevi note lo faccio rubandomi un po' di sonno.
Oggi la cifra della mia vita è quella di una silenziosa e ordinata quotidianità quasi monastica: sveglia all'alba, preghiera, meditazione lodi e S. Messa per cominciare una giornata di lavoro, ciò che resta è dedicato alla cura della casa e agli affetti familiari.
Sono giunto alla fine del viaggio? Non lo credo, so che in me c'è un'irrequietezza che non fatico a definire esistenziale, il desiderio per Qualcosa che è oltre la scena di questo mondo, una sete che non si disseta. Sono grato per quanto ricevuto, spero di aver reso almeno in parte il grande dono della libertà e dell'amore ma sento che è giunto il momento per una discontinuità verso nuove prospettive, quali ancora non lo so, quel che è certo è che voglio - ho bisogno- di donarmi e che Dio saprà mostrarmi il cammino.
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che posso
e la saggezza di conoscerne la differenza.
Sia fatta la tua volontà non la mia.