“Dio è sempre una sorpresa, e dunque non sai mai dove e come lo
trovi, non sei tu a fissare i tempi e i luoghi dell’incontro con Lui”. Papa Francesco
Cinque anni! |
Un giorno alla volta e “solo per oggi”
raggiungo il significativo traguardo dei cinque anni da quella mia fondamentale risoluzione
di abbandonare la pratica omosessuale per dirigermi verso un orizzonte, allora,
ancora nuovo e dai confini incerti.
In modo graduale e con una progressione
non necessariamente lineare, non sono mancati infatti i momenti di stasi e di
turbamento anche grave, affiora in me dalle nebbie di una vita egoista e
tendenzialmente autodistruttiva una nuova consapevolezza.
L’accettazione dei miei limiti, della
mia incompiutezza è un esperienza
che si è realizzata quando meno me lo aspettavo, ovvero proprio quando stavo
per gettare la spugna, quando tornavano a piegarsi le mie ginocchia difronte a
quell’attrattiva romantica e sessuale che mi aveva già tante volte, ingannevolmente,
promesso un’illusoria felicità fatta solo di emozioni.
Quest’ammissione d’impotenza è cresciuta
di pari passo con il mio rapporto personale e quotidiano con Dio. Non poteva
essere altrimenti. In Lui vedo quella forza
che evidentemente a me manca, solo in Lui trovo quella grazia necessaria per provare
gioia nei suoi comandamenti (Ps 112), ma soprattutto in Lui scopro una
tenerezza ed una pazienza nei miei confronti inaspettata.
La tenerezza di Dio per me continua quotidianamente
a stupirmi, mi si manifesta nella delicatezza
di tanti amici, è presente in ogni cosa vista in una prospettiva
sovrannaturale, e così non posso dare mai per scontato nessun fatto umano, ma questo
riflette una luce più intensa.
Vedo in chi mi circonda lo sguardo di
Dio per me, la Sua impronta che eleva la dignità di ogni essere umano in cui,
come per riflesso, apprezzo quella mia personale e mi sento finalmente amabile
ed amato.
Questa visione, oltre le apparenze terrene, si realizza più
pienamente solo quando mi predispongo con la preghiera costante ed una certa
austerità di vita a ricevere la grazia necessaria per domare il clamore delle
passioni, mi occorre difatti il silenzio per ascoltare la parola di Dio. In particolar modo l’adorazione
eucaristica mi giova nel duro compito della purificazione della memoria, che
soffre ancora per la passata esposizione alla pornografia.
Ma come reagisco difronte all’evidenza
dell’amore di Dio per me? Mi lascio plasmare da Dio? Sono docile alla Sua
volontà, qualsiasi essa sia ed in qualsiasi modo si manifesti? Domando al
Signore un cuore puro, libero di scegliere secondo il Vangelo? Ho quasi
vergogna a dirlo, ma nonostante tutte le grazie accordatemi il mio modo di agire soffre ancora troppo spesso della
mia presunzione di autosufficienza. La tendenza alla ribellione è sempre viva
in me e basta poco per risvegliarla. Mi devo sempre ricordare come in ogni
circostanza mi occorrano onestà, apertura mentale e buona volontà se non voglio
tornare a sprofondare nei miei abissi personali invece di vivere la vita serena
e realizzata che mi viene concessa oggi.
Faccio memoria
della mia esperienza di solitudine ed abbandono, questo mi spinge ad agire
perché nessuno debba più trovarsi a dover affrontare da solo le difficoltà e le
sofferenze che la condizione omosessuale può implicare. Non sono mai stato veramente solo, ed oggi ne ho piena coscienza. Dio mi è
affianco per mezzo dei miei fratelli feriti. C’è sempre una speranza perché non solo è possibile
vivere in castità ma solo così si può finalmente vivere una vita pienamente realizzata e
felice, già in questo mondo.
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