Manifestazione "Difendiamo i nostri figli" Roma Piazza S. Giovanni 20 giugno 2015 |
Ho scattato questa fotografia arrampicandomi sulla sommità della statua di san Francesco che domina piazza san Giovanni a Roma in occasione della milionaria manifestazione per la famiglia e contro le proposte di legge ideologiche e liberticide sull'omofobia, il "matrimonio gay" e la propaganda dell'ideologia gender nelle scuole (20 giugno 2015).
Dopo un acquazzone estivo, rapido e violento, è tornato un sole bruciante e un'umidità afosa che rende faticoso anche respirare. Il cellulare funziona a stento, faccio fatica a rintracciare gli amici con o senza attrazione per lo stesso sesso, che da tutta Italia sono venuti in questa piazza. La manifestazione sta per cominciare, la piazza è gremita ancor più di quanto non lo fosse nel 2007 in occasione del Family day. Certo c'è una bella differenza. Questa volta un popolo si è autoconvocato via Facebook e nonostante la freddezza ed il sospetto di certe istituzioni, la realtà prevale sul politicamente corretto, su quell'immobilismo fatto di intenzioni, buone sulla carta, ma che sfugge il confronto quando "bisogna agire". Adesso mi è chiaro come per me continuare a tacere significa essere conniventi difronte ad una forma di violenta dittatura anticristiana, che esige la nostra testimonianza qui ed ora!
La manifestazione è la somma di istanze molto diverse, anche confliggenti tra di loro per certi aspetti. Non posso condividere pienamente forma e sostanza di tutti gli interventi ma è vero che "nella casa del Padre mio vi sono molte dimore" (Gv 14, 2). Ci sono idee discutibili o semplicemente sensibilità differenti, come in ogni famiglia che si rispetti. Ma difronte al pericolo queste differenze non mi possono impedire di fare il bene e proclamare la verità. Il nemico vive e si alimenta dell'oscurità e del silenzio, quindi agirò al contrario, alzando con fermezza e carità la voce alla luce del sole, senza paura, perché Cristo ha vinto il mondo.
Ho già espresso le mie idee sulla questione omosessuale in altra occasione CLICCA QUI, e non intendo ritornarci sopra, mi preme solo ribadire che al centro di ogni attività pastorale deve esserci un sincero interesse per la persona, la cui natura porta nell'essenza l'impronta di Dio, quel Dio che è amore, e realizza la sua dignità nella relazione conformemente alla sua natura umana. La crisi che dobbiamo affrontare, è una crisi antropologica. Occorre ribadire con forza e nella vita la realtà dell'uomo: chi è l'uomo e dove è diretto?
Il magistero ci dice che l'uomo è "creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna". L'uomo non è una somma di desideri ma per essere felice e realizzarsi deve soddisfare quei bisogni che trascendono la sua natura e sono in essa fondati.
Mi sembra che ci sia un interesse sincero ed una coscienza crescente di questa esigenza nel popolo che si è levato in piedi il 20 giugno, e finché resterà fedele a questa visione dell'uomo non potrà che fare del bene, perché questa è una battaglia escatologica.
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