San Tommaso d'Aquino (Dottore della Chiesa) |
S. Tommaso d'Aquino
Somma teologica II-II q. 154 a.11
Articolo 11: Se il vizio contro natura sia una specie della lussuria
Rispondo: Come già si è notato [aa. 6, 9], esiste una specie distinta di lussuria là dove si riscontra un disordine speciale che rende indecente l'atto venereo.
E ciò può avvenire in due modi.
Primo, perché [tale disordine] ripugna alla retta ragione: il che si riscontra in tutti i peccati di lussuria.
Secondo, perché oltre a ciò ripugna anche allo stesso ordine naturale e fisiologico dell'atto sessuale proprio della specie umana: e questo viene detto peccato o vizio contro natura.
Il quale può essere compiuto in più modi.
Primo, procurando senza alcun rapporto sessuale la polluzione in vista del piacere venereo: e questo è il peccato di immondezza, che alcuni chiamano mollezza [o masturbazione].
Secondo, praticando l'unione sessuale con esseri di altra specie: e si ha allora la bestialità.
Terzo, accoppiandosi con il sesso indebito, cioè maschi con maschi e femmine con femmine, come riferisce S. Paolo [Rm 1, 26 s.]: e questo è il vizio della sodomia.
Quarto, non osservando il modo naturale dell'accoppiamento: o perché non si usano i debiti organi, o perché si compie l'atto in altri modi mostruosi e bestiali.
Articolo 12: Se il vizio contro natura sia il più grave dei peccati di lussuria
S. Agostino [De bono coniug. 8] afferma che "fra tutti questi peccati", cioè quelli di lussuria, "il peggiore è quello contro natura".
Rispondo: In ogni genere di cose la degenerazione più grave è la corruzione dei princìpi, da cui tutto il resto dipende.
Ora, i princìpi della ragione umana sono dati da ciò che è secondo la natura: infatti la ragione, presupposto ciò che è determinato dalla natura, dispone il resto in conformità ad essa.
E ciò è evidente sia in campo speculativo che in campo pratico.
Come quindi in campo speculativo l'errore circa i princìpi noti per natura è quello più grave e vergognoso, così in campo pratico l'agire contro ciò che è secondo la natura è il peccato più grave e più turpe.
Poiché dunque nel vizio contro natura si trasgredisce ciò che è determinato secondo la natura nell'uso della sessualità, ne segue che questo è il peccato più grave in tale materia.
Dopo del quale viene l'incesto, che è contro la riverenza naturale dovuta ai propri congiunti, come si è detto [a. 9].
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