James Parker |
Scampato a un aborto, ha cambiato molte vite, tutte dedicate agli altri
James Parker, che domani riceve a Pavia il premio «Cantiamo la vita», assegnato ogni anno a chi si è distinto per aver difeso i diritti di ogni individuo in ogni fase della sua esistenza ? da quando inizia a vivere e presto a scalciare in grembo alla madre fino alla morte ? potrebbe essere il personaggio di una narrazione di Saba. Almeno di quel romanzo che Saba voleva scrivere e di cui scrisse solo la parte iniziale, il racconto Ernesto. Bellissimo e certo autosufficiente, Ernesto è la storia di un amore e di un'iniziazione omosessuale, narrata con tersa purezza e con una coraggiosa concretezza che, in quegli anni, rese a lungo impubblicabile il racconto. Ma Ernesto, nei progetti di Saba, doveva essere il racconto della fase iniziale dell'Eros, nell'adolescenza ancora indistinto ed espressione di una verità essenziale dell'amore, in cui, prima di innamorarsi di un sesso, ci si innamora di una persona. Nei programmi di Saba, questo «romanzo di formazione» doveva proseguire con la scoperta delle donne, del desiderio generale della femminilità, e concludersi con l'incontro con la donna, la compagna della vita ? la donna, come amava dire biblicamente Saba, amata in giovinezza accanto alla quale mangiare in pace il pane della vecchiaia. James Parker ha compiuto questo percorso. Di famiglia siriana musulmana, è cresciuto insieme a una sorella gemella in una famiglia protestante che lo aveva preso in adozione dalla madre, la quale altrimenti sarebbe stata spinta ad abortire, madre che ha rivisto molti anni dopo e che è divenuta amica della madre adottiva. Tuttora James e la sorella adottata insieme a lui sono in stretto affettuoso contatto con le sei sorelle e i due fratelli rimasti in Siria, musulmani molto tradizionalisti e credenti. James Parker ha avuto una giovinezza omosessuale ed è stato militante, in Gran Bretagna, per i diritti degli omosessuali. La sua conversione al cattolicesimo non lo ha allontanato affettivamente e culturalmente dalla cultura islamica e non ha relazione specifica con la sua scoperta della propria natura eterosessuale, scoperta scevra di ogni astioso e purtroppo frequente fanatismo da convertito. Ora è sposato e padre.L'essere sopravvissuto, grazie all'adozione, all'aborto lo ha portato a occuparsi di coloro su cui pesa la stessa minaccia che stava per stroncarlo, nella convinzione che l'esistenza umana è una curva unitaria e ininterrotta, dalle fasi deboli dell'inizio a quelle deboli della fine, debolezza che non intacca i diritti e la dignità dell'individuo. Ciò non ha a che vedere con la fede religiosa, perché l'embrione che scalcia lo fa indipendentemente da ogni opinione sull'esistenza o meno di Dio.Parker ha polemizzato con la legge inglese che consente l'aborto fino al sesto mese di gravidanza e anche oltre per malattie gravi e handicap, osservando che, contraddittoriamente, in Inghilterra, Paese sportivo per eccellenza, si tifa per gli atleti inglesi vittoriosi alle Paralimpiadi di Londra, atleti affetti da handicap che secondo la legge inglese avrebbero potuto essere eliminati. Il ragionamento fila, anche se confesso che sono poco sensibile a questi allori sportivi, come in genere alle competizioni agonistiche; la penso come quello Scià che, invitato alle corse di Ascot, declinò cortesemente l'invito dicendo che sapeva benissimo che fra tutti quei cavalli ce n'era uno più veloce degli altri, ma che non gli interessava sapere quale. Ammiro la vita spregiudicata di Parker, avventuriero della carità; la sua capacità di scelte difficili ? ieri l'omosessualità, oggi la difesa dei vivi in ogni loro momento. Non so se la vita sia da cantare, come suona forse enfaticamente il premio, perché non so se sia o no un bene. Più che della vita bisogna parlare dei viventi, che comunque ci sono, senza aver chiesto di nascere e senza aver meritato di morire, almeno non così presto.
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Magris Claudio
Pagina 59
(09 marzo 2013) - Corriere della Sera
(09 marzo 2013) - Corriere della Sera
http://archiviostorico.corriere.it/2013/marzo/09/AVVENTURIERO_DELLA_CARITA_co_0_20130309_ad419f5e-8883-11e2-ba9f-2c540b38aa44.shtml
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